Erika Noschese
Due infermieri presto andranno in pensione, carenza di operatori socio sanitari e le stanze (5 in totale) del piano terra chiuse proprio per la carenza di personale. E’ così che si presenta la struttura Casa di Lara, l’hospice inaugurato nel 2013 che accoglie i pazienti nella fase terminale. A fare il quadro della situazione, a quanto pare positivo nonostante le difficoltà, è il direttore generale dell’Asl di Salerno, Antonio Giordano.
Direttore, qual è la situazione attuale che riguarda l’Hospice Casa di Lara? A breve due infermieri andranno in pensione e la carenza di personale si sentirà ancora di più, non trova?
«Quando andranno in pensione saremo in condizione di affrontare la situazione. Stiamo finendo le graduatorie per la mobilità, quindi siamo più sereni di quello che si osserva dall’esterno».
Per quanto riguarda gli operatori Oss, invece, com’è la situazione?
«Anche gli operatori Oss stanno arrivando. Stiamo lavorando per affrontare le questioni come insorgono».
Per quanto riguarda il piano terra della struttura, entro quanto tempo sarà aperto?
«E’ sempre stato chiuso. Non è una giustificazione, certo, ma non è una priorità dell’azienda che vengono stabilite in funzione di un piano operativo che valuta quello che possiamo fare e quando lo dobbiamo fare. Non lo stabilisce certamente un operatore o un giornalista cosa viene prima. Di conseguenza, quando saremo in condizione di affrontare questo problema – considerando che c’è il blocco del turn over e il blocco del personale – lo faremo correttamente. Tra le altre cose, in quell’ambiente c’è la necessità di apportare alcune modifiche strutturali per cui dovremo mettere insieme le cose. Credo non sia un problema da affrontare ora».
Preme però sottolineare che l’assistenza domiciliare non può sostituirsi in toto all’accoglienza che ricevono i pazienti presso la struttura hospice.
«A me non sembra di avere liste d’attesa particolarmente lunghe per cui stiamo facendo fronte alla condizione. E’ inutile aumentare l’offerta se non c’è una domanda ma certamente non escludo che quel piano possa essere aperto. Dico solo che occorrono fare alcune modifiche strutturali e quando saremo in condizione lo faremo. Noi, siamo abbastanza sereni perché non mi sembra che in questo momento ci sia una richiesta tale da dover accelerare le procedure». Insomma, il dottor Giordano sembra essere abbastanza positivo, nonostante manchi il personale e un piano, totalmente funzionante, ma chiuso perchè non ci sono infermieri e altre figure professionali in grado di fronteggiare la situazione e gli eventuali doppi turni necessari.