Aria di crisi all’interno del coordinamento provinciale di Forza Italia. A manifestare apertamente la propria insofferenza è il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, ricandidato al Consiglio provinciale con la lista Forza Italia–Lega–Noi Moderati. Il primo cittadino non ha ancora smaltito la delusione per la sconfitta della figlia alle recenti elezioni regionali e, ancora una volta, si trova a fare i conti con decisioni che, a suo avviso, rischiano di provocare una profonda spaccatura all’interno del partito. Secondo Aliberti, il nodo centrale riguarda una contrapposizione sempre più evidente tra «chi, come me, rappresenta la storia di Forza Italia» e «chi, invece, pensa che la politica si possa comprare» facendo leva esclusivamente sul potere economico. Parole dure, pronunciate senza mezzi termini, con cui il sindaco si dice apertamente «mortificato dal suo partito». In particolare, Aliberti contesta la gestione della candidatura della figlia, sostenendo che sia stata «utilizzata per scopi politici» e che una giovane di appena 23 anni sia stata di fatto «mandata quasi in pasto agli elettori», senza un adeguato percorso politico e senza le necessarie tutele. Alla base del malcontento vi sarebbe anche la scelta strategica di Forza Italia di puntare su un solo nome, una decisione che il sindaco di Scafati non condivide e che ritiene penalizzante per una rappresentanza più ampia e plurale del territorio. Nonostante le tensioni, Aliberti smentisce con decisione le voci che lo vorrebbero sempre più vicino alla Lega, ribadendo il proprio radicamento in Forza Italia, partito al quale afferma di essere iscritto da ben 31 anni. Il primo cittadino conferma inoltre il suo rapporto di stima e collaborazione con il coordinatore regionale Fulvio Martusciello, auspicando un suo intervento per ricucire lo strappo che si è venuto a creare. Tuttavia, secondo Aliberti, le principali criticità non deriverebbero dal livello regionale, bensì dalla gestione della segreteria provinciale, ritenuta responsabile di scelte che starebbero alimentando divisioni e malumori interni, mettendo a rischio l’unità e la credibilità del partito sul territorio. Irene Sarno





