di Alberto Cuomo
Qualche giorno fa è stato pubblicato sui quotidiani locali e su alcuni organi cilentani il comunicato dei Sindaci dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento. Il comunicato recita: “Confidando nel lavoro della Magistratura, esprimiamo la piena vicinanza al nostro Presidente Franco Alfieri, che ha dimostrato con i fatti quanto ama il nostro territorio e con quanta passione e capacità ha contribuito alla crescita e allo sviluppo dello stesso. In questo momento particolare lo esortiamo a non demordere perché siamo convinti che presto sarà dimostrata la sua assoluta estraneità ai fatti contestati”. Prima ancora, con l’arresto ancora caldo, dopo la solita tiritera riguardante la “piena fiducia nella magistratura” aveva manifestato la propria “vicinanza” ad Alfieri, il vice presidente della Provincia Giovanni Guzzo, e “il pensiero sulla totale estraneità ai fatti ascritti”, la vicesindaca di Capaccio-Paestum Antonietta De Filippo (ginecologa, qualche anno fa sotto processo per la morte di una neonata e assolta dal giudice monocratico di Vallo della Lucania, Mauro Tringali). Opportunamente l’onorevole Edmondo Cirielli ha stigmatizzato il “documento cumulativo a sostegno” del presidente della Provincia Alfieri da parte dei sindaci: “…la solidarietà può essere un fatto personale ma mai istituzionale in questi casi. Il conformismo clientelare che si desume dal contenuto della nota di solidarietà di alcuni sindaci del Cilento per Alfieri è per questo gravissimo; per quello che mi riguarda, anche più grave dei reati contestati ad Alfieri. Un vero e proprio atto eversivo al limite dell’intimidazione istituzionale contro la Magistratura, che conferma il livello penoso della cosa pubblica creato dal sistema De Luca-Alfieri. Chissà cosa ne pensa il super Procuratore Roberti, votato come europarlamentare da molti di questi sindaci e naturalmente dallo stesso Alfieri”. Il riferimento all’ex procuratore antimafia Roberti è d’obbligo se si pensa ai buoni rapporti che De Luca ha intrattenuto con lui quando lo ha nominato assessore regionale e, a confermare il rispetto del governatore verso gli ambienti giudiziari, la stima per il figlio del suo successore alla Procura di Salerno, Andrea Lembo, membro del consiglio di amministrazione della SMA società in house della Regione Campania. Vale a dire che la considerazione e quasi l’ossequio di De Luca e dei suoi uomini, verso la magistratura, mostra l’incongruità della presa di posizione dei sindaci cilentani che, invero, espongono la “vicinanza” ad un possibile reato contrario alle buone pratiche della pubblica amministrazione. L’arresto di Alfieri assesta un colpo ferale al sistema di De Luca e, a questo proposito è da annotare la quasi sincrona iscrizione sul registro degli indagati, per eventuali analoghi reati, di un suo fedelissimo di Caserta, il consigliere regionale Giovanni Zannini, da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini su Alfieri sono state coordinate direttamente dall’attuale procuratore della Repubblica di Salerno Giuseppe Borrelli, il quale ha concluso il suo comunicato stampa circa l’arresto del “re delle fritture”, mettendo in evidenza “che il richiamato provvedimento cautelare è stato emesso sulla base degli elementi probatori acquisiti in fase di indagini preliminari, pertanto in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza”. Ed è indubbio che la misura adottata è solo una misura cautelare e l’Alfieri ben potrebbe essere innocente di fronte alla giustizia, ma è sicuramente colpevole dei disastri compiuti nei paesi amministrati. A Torchiara, un comune di appena 1800 abitanti, da sindaco, tra il 1995 e il 2004 ha approvato lottizzazioni invasive in aree agricole. Ad Agropoli ha tentato in tutti i modi di far costruire un villaggio turistico direttamente sulla bella spiaggia di Trentova rendendola in tal modo privata. A Capaccio, quale coordinatore del Piano Paesaggistico della costa-sud è probabile sia stato l’ispiratore del discutibile progetto di Boeri con la previsione di infrastrutture ed anche di edilizia, sorta di cavallo di Troia per nuove edificazioni nei Puc. A fronte dell’attacco al sistema-De Luca, condotto non certo per disegno politico dall’attività giudiziaria, il presidente della Regione ha mostrato di non temere nulla, tanto di sentire il bisogno di ribadire la propria intenzione di candidarsi per un terzo mandato alla presidenza regionale. Essendo al momento il terzo mandato non previsto dalla legge, la posizione di De Luca, oltre che ricattatoria verso il proprio partito – aprés moi le dèluge – appare una sfida alla legislazione e, quindi, indirettamente alla magistratura che la interpreta, sia pure quella amministrativa. Alfieri è stato sospeso dal Pd regionale e Elly Schlein non sembra voler intervenire ma i guai giudiziari dei due grandi elettori di De Luca, nel Cilento e a Caserta, mettono comunque in luce che, se mai vi fosse bisogno di prove, quello deluchiano non è solo un sistema clientelare quanto un apparato che tende a fare dell’ente Regione un luogo di potere assoluto. Paradossalmente, nella sua tensione all’autonomia antigovernativa, De Luca utilizzerà il voto contrario all’autonomia differenziata in Campania quale proprio trampolino nel Pd, o con chiunque voglia associarsi alle sue liste civiche. Insomma, può dirsi che, nei suoi giochi di potere, De Luca si beffeggia della politica e della democrazia anche in assenza di una vera opposizione.