Alfieri al Gip: nessun patto mafioso - Le Cronache Ultimora
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Alfieri al Gip: nessun patto mafioso

Alfieri al Gip: nessun patto mafioso

di Erika Noschese

L’eco dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Salerno, che ha gettato ombre sul presunto patto politico-mafioso consumatosi a Capaccio Paestum in occasione delle elezioni amministrative del 2019, continua a risuonare tra le aule del tribunale. Gli interrogatori di garanzia, momento cruciale per chiarire le posizioni degli indagati, sono proseguiti con l’audizione di figure chiave dell’amministrazione locale. Dopo che Roberto Squecco, Antonio Bernardi e Michele Pecora hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mantenendo un velo di silenzio sulle accuse mosse nei loro confronti, l’attenzione si è spostata sull’ex sindaco Franco Alfieri e sull’ex assessore Maria Rosaria Picarello. Entrambi, ristretti agli arresti domiciliari, si sono presentati davanti al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), accompagnati dai rispettivi legali, per affrontare le contestazioni degli inquirenti. Alfieri e Picarello hanno respinto con fermezza ogni accusa, dichiarandosi estranei ai fatti e ai reati contestati. Hanno fornito la loro versione dei fatti, cercando di chiarire le proprie posizioni e di smontare le tesi dell’accusa. Gli interrogatori si sono svolti in un clima di tensione, con i legali degli indagati impegnati a tutelare i loro assistiti e a far valere le loro ragioni. L’inchiesta, che ha scosso la comunità di Capaccio Paestum, continua a tenere banco, con gli inquirenti determinati a fare luce su un presunto sistema di scambio elettorale politico-mafioso che avrebbe inquinato il processo democratico. Gli interrogatori di garanzia rappresentano un passaggio fondamentale per la ricostruzione dei fatti e per l’accertamento delle responsabilità. Queste le dichiarazioni dell’avvocato Agostino De Caro, legale difensore dell’ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri. “C’è stato l’interrogatorio di garanzia di Alfieri e di altre due persone, l’assessore Picariello e la Nobili Stefania, ex moglie di Squecco. Alfieri si è certamente difeso, rigettando e respingendo tutte le accuse. Non so gli altri. Sul contenuto degli atti investigativi non parlo, perché sarebbe sterile dire e parlare sinteticamente di cose complesse che sono ancora in una fase embrionale, di cui conosco davvero il 30% degli atti, attualmente. Ce li stiamo studiando tutti”. Riguardo le motivazioni addotte dal Gip, che hanno portato al secondo procedimento contro l’ex sindaco di Capaccio Paestum, l’avvocato commenta: “Alfieri è certamente parte lesa di una certa condotta posta in essere da alcuni che volevano attentare alla sua vita, perché ritenevano che gli atti amministrativi fossero a sfavore dello Squecco. Poi Alfieri risponde di voto di scambio: per il Gip ci sarebbe stato un patto, che noi rifiutiamo decisamente, tra Alfieri e Squecco. Un patto politico-mafioso: ma francamente Squecco non so se lo sia, sono problemi suoi. Certamente non c’è stato alcun patto: questo è ciò che ha sostenuto Alfieri. Che poi ci sia un’accusa a Squecco e ad altri in cui lui (Alfieri, ndr) è parte offesa, però, questo non è stato sentito. Alfieri non sapeva che stessero tramando alle sue spalle, quindi nulla può dire. Prende atto”. Sulla stessa linea anche l’avvocato Domenicantonio D’Alessandro, difensore dell’ex sindaco di Capaccio Paestum: «Franco ha risposto alle domande, e ha contestato l’addebito soprattutto perché ci teneva a prendere le distanze da ogni tipo di contesto criminale o presunto tale. Con determinazione e convinzione. Ancora gli atti non li conosciamo per intero, quindi chiaramente la nostra conoscenza del processo non è ancora completa, quindi dobbiamo un attimo studiare. La Picariello ha posizione molto marginale, risponde di ipotesi di favoreggiamento che a mia conoscenza non ha mai corrisposto ai domiciliari, quindi posizione molto blanda. Mi aspetto che possa essere nel breve tempo anche dimezzata, perché mi sembra un po’ eccessivo – ha aggiunto l’avvocato – Siamo al secondo procedimento, quindi stiamo parlando della libertà personale e non è una situazione piacevole. L’accostamento con ambienti che non sono assolutamente abituali è veramente qualcosa che fa male a un politico. Per lui è inaccettabile. Ovviamente dobbiamo leggere tutti gli atti e capire ma naturalmente la sua versione è diametralmente opposta rispetto all’accuse». Queste le dichiarazioni dell’avvocato Marco Nigro, legale difensore dell’ex assessore della giunta Afieri, Maria Rosaria Picariello. “Ha risposto, non si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ha chiarito la sua posizione, si è dichiarata estranea ai fatti. Ha avuto la possibilità di introdurre anche nuovi elementi utili alle indagini. Speriamo che, chiarita la sua posizione, il giudice possa rimetterla in libertà o comunque darle misura meno afflittiva. Siamo fiduciosi dell’esito di questo interrogatorio. Altro sono contenuti su cui non mi sento di dire nulla”. Circa l’opportunità, per l’ex assessore, di chiarire i punti bui del primo interrogatorio, citato nell’ordinanza del Gip, durante cui la Picariello ha mostrato di essere a dir poco “confusa”, l’avvocato Nigro ha così commentato: “Quando le ho detto che ha avuto la possibilità di fornire nuovi elementi, quindi precisare alcuni passaggi, intendo proprio questo. Questa è stata la prima occasione utile, dopo che era già stata sentita dall’autorità giudiziaria, per chiarire alcuni aspetti su cui non era stata precisa e non aveva dato comunicazione completa. Oggi ha potuto chiarire quello per cui non era stata inizialmente chiarissima”. L’avvocato Nigro è fiducioso in merito alla possibilità di “Avremo notizie, ma non credo arriveranno prima di venerdì. Ho chiesto la revoca della misura, il PM si è riservato di esprimere parere sulla mia richiesta, questo mi fa ben sperare. Dovendo esprimere parere in 2 giorni, potrebbe farlo anche oggi o domani. A quel punto, il Gip ne prende atto e decide”.