di Erika Noschese
L’accusa regge, e anche bene, la difesa decisamente meno. L’attenuazione della misura cautelare per il presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio, Franco Alfieri, oggi sospeso da entrambe le cariche, sembra essere una vittoria di Pirro perché, conti alla mano, la competenza territoriale tanto invocata dai legali difensori non sembra trovare accoglimento.
Sarà perché il cosiddetto Sistema Cilento altro non è che il ben più noto sistema Salerno e dunque non può esserci il trasferimento presso il tribunale di Vallo della Lucania. A onor del vero, la decisione del Tribunale del Riesame di Salerno apre nuovi scenari giudiziari: è facile ipotizzare infatti che il PM Campanile possa procedere con la chiusura delle indagini e successivamente con il giudizio immediato per Alfieri, il che farebbe saltare la difesa.
La discussione è durata oltre 4 ore.
È terminata alle 14:30 circa la discussione di riesame per Franco Alfieri, non presente in aula. Una seduta fiume durata oltre quattro ore. Nella stessa mattinata, il riesame anche per Elvira Alfieri, presente, e i vertici della Dervit, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della società Dervit.
Il Tribunale del Riesame ha respinto i ricorsi di Elvira Alfieri, sorella di Franco, anche lei difesa dagli avvocati del fratello, e di Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, difesi dall’avvocato Antonello Natale, che restano quindi agli arresti domiciliari. Secondo quanto emerso, la difesa ha portato avanti la sua tesi puntando sull’incompetenza territoriale in quanto- a detta degli avvocati – il presunto reato sarebbe stato consumato in territorio cilentano e a decidere dovrebbe essere il tribunale di Vallo della Lucania. Inoltre, per i legali, Franco Alfieri non potrebbe reiterare il reato ipotizzato né inquinare le prove acquisite. Presente in aula 5 della sezione penale della cittadella giudiziaria anche il PM Alessandro Di Vico e il procuratore capo Giuseppe Borrelli.
La fuga di notizie.
Poco dopo le 18:30 di ieri, la prima fuga di notizie: Alfieri ai domiciliari, per tutti gli altri richiesta respinta. Ipotesi che sembra trovare conferme nel Palazzo della Procura ma prontamente smentita da uno degli avvocati di Franco Alfieri che ormai da tempo chiede rispetto per il suo assistito, in una lotta contro i mulini a vento e le fake news.
E l’avvocato continua con questa tesi: nulla di vero, si dovrà attendere almeno la mattinata di domani (oggi per chi legge). Poi, il via libera: il presidente della Provincia lascia il carcere di Fuorni per raggiungere la sua casa di Torchiara, poco distante dall’abitazione dei fratelli Lucio ed Elvira. Ed è a quel punto che il legale scioglie le riserve e contatta gli organi di stampa. Anzi, uno solo.
E non uno a caso ma chi dall’amministrazione comunale ottiene riscontro economico per il doveroso e importante lavoro portato avanti in questi anni (nulla di scorretto, sia chiaro. Anzi), unico mezzo di informazione ammesso a seguire il consiglio comunale, rigorosamente trasmesso in diretta streaming perché per tutti gli altri l’accesso al Palazzo è vietato, bisogna essere autorizzati.
E a onor del vero c’è da dire che la maggioranza Alfieri, in occasione del primo consiglio comunale senza il sindaco, ha scelto di autorizzare la stampa, dichiarandolo apertamente (come se fosse un reato avere giornalisti presenti in aula durante i lavori del consiglio comunale). A quanto pare, respinta anche la richiesta di Andrea Campanile, ex capo staff del presidente Alfieri, che resta agli arresti domiciliari.