Un’ulteriore affermazione per la nostra grande Scuola Violinistica. Abbiamo incontrato il violinista Alessandro Di Giacomo, che ha vinto il concorso per violino di fila presso l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino.
Di LUCA GAETA
- G. Alessandro non ti chiedo come ti sei avvicinato al mondo della musica, in quanto tu provieni da una famiglia di musicisti e sia tuo padre, Marco che tua madre Giuseppina Niglio, sono entrambi violinisti, mentre la sorella Roberta è cellista, ma qual è stato il tuo percorso di studi e a quali maestri ti senti particolarmente legato?
- Di G. Ho iniziato a studiare violino all’età di 4 anni con i miei genitori e all’età di 6, mio padre decise di farmi seguire dal M° Matteo Gigantino. Dopo questo primo periodo cominciai anche a seguire le lezioni del M° Christian Anzinger a Pescara, che era stato l’insegnante di mia madre, e con il M° Francesco De Angelis, nell’ambito dei corsi annuali che teneva a Pompei, presso l’Accademia “Le Camene” di Riccardo Lombardi. Nello stesso periodo vinsi anche una borsa di studio e la possibilità di frequentare delle lezioni a Torre del Greco con il M° Salvatore Accardo e il M° Aldo Matassa. Dall’età di 16 anni ho cominciato a studiare con il M° Stefano Pagliani, che mi ha seguito per diversi anni e da quest’anno ho cominciato a frequentare Lugano e la classe del M° Alessandro Moccia.
- G. Recentemente hai vinto il concorso per violino di fila nell’Orchestra Nazionale della Rai di Torino, dove fra l’atro incontrerai altri due colleghi violinisti, anch’essi salernitani. Quali sono state le tue sensazioni ed emozioni nell’apprendere questa notizia?
- Di G. Quando ho deciso di voler partecipare al concorso, l’ho fatto con l’intento di vivere una bella esperienza di formazione e soprattutto di crescita. Nelle diverse prove ho avuto la consapevolezza dell’altissimo livello tecnico ed esecutivo dei numerosi partecipanti. Le prove sono state tre, dove oltre al repertorio dei passi orchestrali, c’erano in programma l’esecuzione di un concerto di Mozart per Violino ed Orchestra ed un concerto Romantico, sempre per la stessa formazione, fra cui io ho scelto quello di Brahms. Arrivato alla finale, quando ho sentito pronunciare il mio nome fra quello dei vincitori, ho provato un senso di incredulità, che poi, come si può immaginare, si è tramutato subito in profonda gioia. Dedico questa vittoria alla mia famiglia, che da sempre mi ha seguito e sostenuto in questo percorso, fatto di tanto studio e sacrifici.
- G. Quali sono gli autori ed il genere musicale che preferisci suonare, ma anche ascoltare?
- Di G.Amo molto eseguire il repertorio per violino solo, ossia tutta quella grande letteratura violinistica che da Bach a Paganini, per poi arrivare ad Ysaye ed oltre, offrono all’esecutore un grande banco di prova sia tecnico che musicale. Ascolto prevalentemente musica sinfonica e l’ho fatto da sempre, da quando ero piccolo, avendo la fortuna di provenire da una famiglia di musicisti.
- G. Se dovessi individuare un violinista, del passato, oppure della storia recente, che in qualche modo può rappresentare un modello a cui tu ti ispiri, chi individueresti?
- Di G.La scelta è molto complessa! Sicuramente in prima battuta direi David Oistrakh, soprattutto per la sua concezione del suono, la sua musicalità, il suo essere allo stesso tempo un grande esecutore ed un validissimo docente, ma anche per una questione affettiva, essendo uno dei primi violinisti che ho ascoltato (ovviamente mi riferisco alle sue registrazioni). Poi ,a seconda del genere, del periodo, dei diversi autori, ho diverse preferenze, ma se dovessi individuare una figura che racchiude il mio immaginario di violinista, ecco sceglierei lui.