Il mondo della musica piange la scomparsa del trombettista romano un “purista” del suo strumento, amatissimo docente del dipartimento jazz del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento
Di Olga Chieffi
Creativo, spesso sorprendente, simpatico e a suo modo geniale, in grado di suonare “classico” e “moderno”, un “purista”, che ha sempre suonato senza mai perdere le caratteristiche del suo stile, adattandosi bene ai musicisti con i quali collaborava e riuscendo al tempo stesso a influenzarli con la sua “altezza” che veniva dalla profonda conoscenza e amore per la musica, il trombettista Aldo Bassi, ci ha lasciato nel pomeriggio di ieri. Tanti i messaggi di affetto che hanno accompagnato Aldo, nel suo viaggio. Il viaggio è un tema caro ad ogni genere musicale e Aldo ne ha compiuti tanti: ha iniziato l’attività jazzistica suonando nelle migliori orchestre di Roma, da quella di Bruno Biriaco, a quella di Alberto Corvini; nel 1992 ha costituito con Rosario Giuliani, il “Bassi-Giuliani Quintet” con il quale ha inciso nel ’96 il cd “L’Incontro”, quindi ha formato l’ “Aldo Bassi Quartet”, progetto che prevede solo composizioni jazzistiche originali con il quale ha inciso nel 1999 il cd “Distanze”. Nel maggio 2001 ha realizzato con il suo quartetto il cd “Muah!” pubblicato nel 2004 con due ospiti d’eccezione: Rick Margitza e Antonello Salis, ha fatto parte dell’Orchestra Nazionale Italiana di Jazz, della “PMJO” Parco Della Musica Jazz Orchestra dell’Auditorium di Roma diretta da Maurizio Giammarco, che lo ha visto impegnato in concerti in tutto il mondo. A fianco dei nomi del gotha del jazz mondiale, capiscuola italiani quali Franco e Dino Piana, Oscar Valdambrini, Tullio De Piscopo, Tony Scott, Maurizio Giammarco, Roberto Gatto, Gianni Savelli, Enrico Rava, e nomi internazionali, Donald Harrison, Gary Bartz, Steve Turre, Steve Grossman, George Garzone, Benny Golson, Rick Margitza, Kenny Wheeler, Norma Winston, Mike Stern, Uri Caine, Maria Schneider. Nel viaggio di Aldo Bassi non sono mancati naturalmente, trasgressione e contaminazione, con protagonista lui, un wanderer, di schubertiana memoria, che segue un cammino non dirigendosi verso qualcosa di connotabile fisicamente, verso un “luogo” reale, tangibile, ma nelle vesti di avventuriero dello spirito, di un essere, va alla ricerca di se stesso, o meglio dell’indefinibile, di ciò di cui una lontana eco del proprio animo rende certi dell’esistenza, sfuggente ad ogni più rigorosa disamina razionale. Tanti i progetti che Aldo Bassi aveva in caldo per i suoi studenti del Conservatorio Nicola Sala di Benevento, ove era docente di Tromba jazz e alla testa della big band dell’Istituto: il direttoredella massima istituzione musicale beneventana, Giuseppe Ilario, ne ha ricordato le qualità umane e professionali che lo rendevano un musicista e un didatta come pochi, e lo sconforto in cui ha lasciato colleghi e allievi, nonostante il grave accidente di salute, forse mai superato, non lasciasse intravvedere una completa ripresa, ma in cui tutti abbiamo sperato sino all’ultimo momento. Il ricordo è vivissimo, come in noi, anche nelle parole del M° Antonio Florio e del M° Giuseppe “Peppe” Fiscale, che con Aldo Bassi ci permisero di trascorrere una splendida serata in musica nella sala Consiliare del Municipio di Cava de’ Tirreni. “Idee e valori coincidevano in Aldo Bassi – ha affermato il M° Antonio Florio – abbiamo fatto musica per una sera evocando, in un omaggio i grandi solisti della swing-era con una vivace strambata nel crossover. La sua è stata una partecipazione sopra le righe, nel corso della quale ha espresso il suo raffinatissimo talento, senza la pretesa di imporre sovvertimenti, di generare formule e stilemi, di soddisfare egoismi e narcisismi, nei soli, ma soltanto una domanda di ascolto, che è valsa a mettere immediatamente in condivisione ed empatia le nostre esperienze. E’ stato l’inizio di un’amicizia, svanita troppo presto”. “Un purista della tromba – ha dichiarato il trombettista Giuseppe Fiscale – Aldo Bassi ha saputo attraversare con grande consapevolezza tutti gli stili, da finissimo esecutore e musicista, producendo quel collante speciale che era l’enorme piacere di far musica insieme”. La passione che attanaglia il gesto artistico non è la cecità di lasciarsi prendere da un’urgenza, ma patire, cioè vivere profondamente l’ Istante. Così ha vissuto Aldo Bassi, il cui ricordo, oggi ci pone all’ascolto di una specie di racconto, un filo di storia, intenso, oggi reso disperato dall’agire quieto e incessante delle grandi leggi di natura, scoprendo dentro di noi una nuova qualità d’animo, un patrimonio di sentimenti e valori ricchissimo, che Aldo col suo esempio, nella sua esistenza terrena ci ha trasmesso. Nell’ evocare commossamente la sua figura umanissima, maestra d’amicizia e di vita, ci stringiamo alla compagna Cristiana Piraino, alle figlie Michela e Nina, alla famiglia tutta.