Alberico Gambino, ex sindaco del Comune di Pagani ed ex consigliere regionale, abbracciò il partito berlusconiano di Forza Italia fin dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi (1994) poi nel 2002 diventò il sindaco più votato d’Italia, in questo frangente ricevette la chiamata telefonica da Silvio Berlusconi e, quest’ultimo, gli fece i complimenti per il suo operato politico. Il sindaco più votato d’Italia, che ora milita in Fratelli d’Italia, racconta la sua esperienza con Silvio Berlusconi.
Quante volte ha incontrato Silvio Berlusconi?
«Lo incontrai 3 volte, quando divenni sindaco del Comune di Pagani (2002), durante la mia prima candidatura a sindaco e poi quando andai a casa sua.».
E’ stato a casa sua?
«Sì, a Palazzo Grazioli, lui era un gran signore, era affabile. Io arrivai al suo palazzo 15 minuti prima dell’incontro, i collaboratori di Berlusconi mi fecero accomodare in un salone, poi quando arrivò Berlusconi, mi accolse al suo studio, dialogammo una ventina di minuti circa, parlammo dei vari problemi che riguardava la Regione Campania. Fin dai primi minuti intessuti per il dialogo, mi sembrava di parlare con un amico che conoscevo da tanto tempo. Alla fine del colloquio, mi accompagnò all’ascensore, qui parlammo che mi sarei candidato nel 2007 come sindaco del Comune di Pagani».
Mi può raccontare un aneddoto che le ricorda Berlusconi?
«Quando ci fu una manifestazione di protesta a favore dell’ex Fatme di Pagani nel 2003, ci furono tanti sindacalisti e lavoratori. Andammo, io e i sindacalisti, a Palazzo Chigi per parlare con Berlusconi, lui, però, non c’era. Ci accolse, invece, Gianni Letta. Alla fine del colloquio con Letta, incontrammo per caso Berlusconi che attendeva l’auto nell’atrio del palazzo, nel frattempo ci chiese cosa stavamo facendo, i sindacalisti parlarono con lui. Ricordo di quel momento la sua barzelletta, “mia mamma mi dice che tutti gli italiani mi vogliono bene, spiega Berlusconi, io rispondo, sì, c’è una buona parte che mi vuole bene e un’altra che mi odia. Sto in macchina, una persona mi riconosce e alza il dito medio, mi risponde mia mamma: “Hai visto? Anche lui ha detto che sei il numero 1“. Poi tutti i sindacalisti risero con lui».
Da subito abbracciò Forza Italia dalla discesa in campo di Berlusconi, cosa rappresentava e cosa rappresenta Forza Italia per lei?
«Forza Italia rappresentava ciò che oggi rappresenta per me Fratelli D’Italia, un partito fortemente radicato nella tradizione, conservatore dei nostri valori». Con la fine di Berlusconi ci sarà anche la fine di Forza Italia? «Non credo, c’è un governo solido di uomini e donne che vogliono lavorare con un unico obiettivo, sarebbe una delusione per Berlusconi se le donne e gli uomini di Forza Italia non portassero avanti il progetto partitico».
Cosa significa per lei la dipartita di Berlusconi?
«E’ andato via un pezzo di storia dell’Italia degli ultimi 50 anni, che ha lasciato una grande traccia nel mondo dell’imprenditoria, della politica e dello sport. Lui era un visionario». Andrà ai funerali di Berlusconi? «Oggi sono impegnato in Molise, non credo di andare, ritornerò mercoledì a Roma».
Marco Visconti