di Oreste Mottola
vrebbe voluto vivere ancora un po per vedere la laurea in medicina di suo figlio Giuseppe. “Negli anni mi è capitato spesse volte di vedere le stelle cadenti ma, tutte hanno pensato di farsi i fatti propri”, ha lasciato scritto sul suo profilo social. Sì, la sorte ha deciso diversamente e questa mattina 31 agosto, alle 10 presso la parrocchia di Matinella, Albanella renderà l’ultimo saluto ad Enzo Arnone. L’’ultimo dei “riformisti”, orgogliosamente uomo del Novecento, del secolo scorso, politico di base, del fare, sempre grande ragionatore, tollerante e privo di astio nei confronti degli avversari. E’ scomparso a 71 anni, portato via da un banale incidente domestico che aveva aggravato irreversibilmente alcune gravi patologie che da tempo lo angustiavano. Era stato un protagonista delle stagioni politiche degli anni Ottanta, affiancandosi ad Angelo Maraio, il padre di Enzo, ora segretario nazionale del Psi. Il primo ricordo è proprio di Angelo Maraio: “Abbiamo combattuto numerose battaglie politiche insieme, tante vinte, alcune perse.
Sempre con la lealtà e la coerenza che ci ha contraddistinto e la grande amicizia fraterna che ci ha unito. Oggi, caro Vincenzo Giovanni Arnone, insieme a te perdo un pezzo del mio cuore”. Arnone, che proveniva da Montesano sulla Marcellana, godeva di generale stima, dotato di naturale eleganza e cortesia nei modi. Non era un politico di professione, mai interessato alla carriera, ma attivo nella gestione della cosa pubblica “La sua pratica politica era quella che auspicava anche parte dall’ultimo dei cittadini, che doveva dire la propria rispetto alla gestione della cosa pubblica ed essere ascoltato con rispetto”, nota Ilaria Borgatti, attivista politica socialista. Ad Albanella questa ideologia ha sempre affascinato molti contadini e braccianti che hanno avuto come bandiere valenti professionisti più umanitari cristiani che rivoluzionari. Un laboratorio di passioni che ora si stenta a riconoscere. Furono proprio Angelo Maraio ed Enzo Arnone a conservare la bandiera rossa che era stata del medico prestigioso Paolo Josca, vittima di un incidente stradale, per idealmente a consegnarla ad una nuova generazione politica. L’innesto non fu sempre molto lineare. Arnone già a 12 anni perde il padre ed è avviato verso l’emigrazione nel Venezuela, così come si usava fare nella sua Montesano. Poi il richiamo dell’Italia è forte, rientra in Patria per impiegarsi in Piemonte, e tra Capri e Napoli. Albanella è nel suo destino, ed è qui con Ninetta impianta la sua famiglia e contemporaneamente s’impegna politicamente; “Un uomo pragmatico che ha saputo sempre, ma con tanta dignità, dirci cosa fare”, commenta il cognato Carmine Aquino.