Al Ruggi, da settembre, vietato abortire - Le Cronache Ultimora
Ultimora sanità

Al Ruggi, da settembre, vietato abortire

Al Ruggi, da settembre, vietato abortire

di Erika Noschese

Ad un passo dal medioevo. Paradossalmente, basterebbe questa frase per spiegare la situazione che si vive all’interno dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno. Difatti, a partire dal mese di settembre interrompere volontariamente la gravidanza potrebbe essere un’impresa ardua, forse impossibile. La decisione è tutta in quella gestione scellerata che ormai da anni caratterizza l’ospedale salernitano e che mette all’angolo la famosa legge 194. Solo tre sono, oggi, i medici non obiettori di coscienza che praticano l’aborto presso il Ruggi ma dal mese di settembre la situazione potrebbe degenerare e questo metterebbe le tante donne, che per le ragioni più svariate decidono di non portare a termine la gravidanza e interromperla, a dover fare i conti con il no dell’ambulatorio che oggi vanta decine di interventi grazie alla preparazione e al lavoro che porta avanti il Dottor Gennaro Luongo. Quest’ultimo nel mese di aprile ha vinto la selezione per guidare l’unità operativa semplice Ivg del Ruggi d’Aragona dopo che i vertici aziendali avevano dichiarato l’inammissibilità di una dottoressa proveniente dal reparto Gravidanze a rischio. Dunque, selezione vinta ad aprile ma oggi tutto fermo per volontà, a quanto pare, della dottoressa Emilia Anna Vozzella, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera universitaria. Una situazione che, se non dovesse sbloccarsi, potrebbe portare il dottor Luongo a dichiararsi obiettore di coscienza e dunque l’unità operativa resterebbe sprovvista di un altro medico, costringendo le donne a doversi recare altrove per effettuare le interruzioni di gravidanza. Come già detto, tre sono i medici non obiettori di coscienza: uno in servizio presso il reparto di ginecologia diretto dal dottor Laurelli, uno presso la clinica del dottor Mollo e uno presso il reparto di gravidanze a rischio che – secondo quanto emerso fino ad ora – per il momento non effettuerebbe più Ivg per disposizioni interne al reparto. La legge italiana prevede la possibilità di interrompere volontariamente la gravidanza entro 90 giorni dall’inizio dell’ultima mestruazione. Se, valutate le altre possibilità, si decide di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, ci si può rivolgere al consultorio dove il ginecologo rilascerà la certificazione per sottoporsi all’IVG (il certificato può essere rilasciato anche dal ginecologo di fiducia, dal medico di famiglia o da un altro specialista). Il personale del consultorio si collegherà con i reparti ospedalieri di riferimento per l’esecuzione dell’intervento.