di Arturo Calabrese
La nomina di Elvira Serra ad assessore nella nuova giunta del comune di Agropoli sta creando un forte dibattito in città. In molti stanno contestando i suoi continui cambi di casacca che anche questa volta si sono concretizzati con il rinnegare le proprie idee. La campagna elettorale del 2022 aveva visto la dottoressa Elvira Serra grande protagonista come candidata a sindaco ed alla guida di una coalizione formata da ben quattro liste, tra cui quella di Fratelli d’Italia.
Una squadra che si collocava quindi a destra. È stato un percorso particolare con comizi accesi nei quali la neo assessore non ha risparmiato attacchi molto diretti a chi guidava e guida il territorio. Dai palchi, Elvira Serra non le ha mandate a dire a Franco Alfieri, a Vincenzo De Luca, al Pd, all’amministrazione agropolese visitata dalla Dia e un’altra serie di accuse più o meno velate.
In poco tempo, però, tutto è stato dimenticato dato che nel giro di un anno, Elvira Serra ha lasciato i banchi della minoranza passando dall’altra parte del consiglio e adesso arriva l’ulteriore premio dell’assessorato con deleghe alle politiche giovanili, alla famiglia, all’infanzia e ai diritti degli animali. Tante le critiche, si diceva, anche perché la popolazione non dimentica le dure parole proferite in pubblica piazza.
Dopo il comunicato stampa di domenica di Fratelli d’Italia Cilento che puntava proprio su quanto detto dai palchi condivisi, si espone anche il vice coordinatore cittadino del partito Gennaro D’Amico: «In una domenica di gennaio il machiavellico disegno astuto, sleale, senza scrupoli di un’ex candidata sindaco non eletta e improvvisamente transitata nell’agosto 2023 dall’opposizione alla maggioranza si è completato, nell’incredulità di tanti – dice – combatterò questo modo di fare politica con tutte le mie forze. Sono impegnato a parlare di futuro, di immaginare un’Agropoli che si risollevi con azioni politiche serie e che si renda protagonista di un risorgimento culturale, politico, sociale, commerciale, turistico e che si faccia trovare pronta in tutte le sfide future che la attenderanno.
Ho deciso di restare qui, di combattere e di tentare con tutte le mie forze di mettermi a disposizione della mia città e del territorio. Questa città non ha più tempo e per fortuna il 2027 non è così lontano. Fare politica – conclude – è una cosa seria e oggi più che mai c’è bisogno di coerenza e di rispetto». Nel turbinio di commenti, ce n’è uno che fa particolarmente sorridere. Arriva dal solerte consigliere comunale di Perdifumo carlo Di Muoio il quale, cieco per quanto accade nel suo ente, attacca l’amministrazione Agropoli, dopo aver fatto lo stesso con quella di Lustra e ovviamente con la stampa.
In questo caso, nota a margine, volendo offendere con l’utilizzo di un termine che invece disprezza un’altra categoria lavorativa, esempio del decadimento della politica cilentana. Di Muoio, sui social, parla di scadimento politico, di poltronificio: “È deprimente – un sunto dell’intervento – assistiamo ad uno scadimento nella capitale del Cilento. Più che politica la si potrebbe definite telenovela dai contenuti folcloristici e poltronifici che denotano posizioni in perfetta continuità con le politiche asservite ai poteri centralistici regionali”.
Un attacco in piena regola che imbarazza ancor di più, se possibile, il comune dell’interno che all’Unione dei Comuni ha però votato per Mutalipassi. Insomma, i consiglieri perdifumesi continuano a dimostrare poca chiarezza nelle idee.