C’è ancora tanto silenzio ed immobilità intorno alla questione dell’antiquarium di Agropoli. Dopo un’inchiesta portata avanti da questo giornale, da parte di Palazzo di Città è arrivata l’ammissione di ben dodici furti avvenuti nelle sale del museo. Il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi ha dichiarato che tra i reperti rubati era presente anche un’antica anfora etrusca dall’inestimabile valore.
Ovviamente sono in corso delle indagini ed è giusto che qualcosa venga sottaciuta, ma dall’amministrazione comunale continuano i troppi silenzi. Ad incalzare, ancora una volta, è il consigliere comunale Raffaele Pesce. «Dal 5 ottobre del 2022 – scrive – è passato un anno e mezzo di silenzio o parole vuote, come le rassicurazioni del sindaco, in ben tre consigli. La denuncia, tardiva, del furto, “furto con chiave”, sporta dal funzionario ad oggi non ha dato risultati. Sulla valutazione delle scelte, dei tempi e sulle omissioni, confido negli inquirenti, ma resto vigile». Del caso si è interessato anche il deputato di Noi Moderati Pino Bicchielli che nel luglio scorso ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni Culturali Gennaro Sangiuliano.
«Teniamo alta l’attenzione per un fatto fin troppo grave – dice l’onorevole salernitano che è stato sul luogo per toccare con mano la situazione – vedere quel museo ancora chiuso fa male». Dopo il furto, il comune di Agropoli ha installato videocamere di sorveglianza, che paga mensilmente, e un sistema di sicurezza.
Ciò vuol dire che nulla era stato predisposto per garantire la tutela di un bene archeologico e strutturale per la città. Nel recente passato, inoltre, oltre al danno c’è stata anche la beffa. Un video promozionale per l’estate agropolese mostrava il museo aperto, invitando dunque i turisti a raggiungere la città per visitarlo, cosa che è ovviamente impossibile. Il sindaco aveva promesso una riapertura in tempi brevi, ma ad oggi la porta è ancora sprangata. testimonianza di un disinteresse alla storia agropolese.