di Arturo Calabrese
E’ un fiume in piena contro Franco Alfieri il senatore Maurizio Gasparri che ieri era ad Agropoli, al Lumos Cafè del cineteatro di Agropoli a sostegno del candidato sindaco Massimo La Porta, con Mario Capo, Gianni Petrizzo e Emilio Malandrino. “Qui ad Agropoli c’è stato un po’ un esaurirsi della spinta propulsiva della rivoluzione della friggitoria e noi abbiamo ritenuto che, in termini civici e locali, le realtà del centro destra trovassero questo connubio civico con un esponente politico che pone un cambio di rotta rispetto a questa situazione”, ha dichiarato il senatore Gasparri. Senatore, ad Agropoli per sostenere la candidatura a sindaco di Massimo La Porta e dei candidati al consiglio comunale, espressione del centro destra… “Io venni anni fa ad Agropoli anni fa con il mio amico Mario Capo perché dopo il celeberrimo discorso delle fritture di pesce che il ras delle zone proclamava elogiando il vincitore, presumo fosse Alfieri, venimmo a liberare del pesce vivo in mare come segno simbolico. Devo dire che in effetti poi quella battaglia del Referendum di Renzi la vincemmo. Questo sistema di potere però continua a manifestarsi; qui ad Agropoli c’è stato un po’ un esaurirsi della spinta propulsiva della rivoluzione della friggitoria e noi abbiamo ritenuto che, in termini civici e locali, le realtà del centro destra trovassero questo connubio civico con un esponente politico che pone un cambio di rotta rispetto a questa situazione; è un problema per la Campania: sull’onda dell’emergenza covid – prima i sondaggi facevano sperare in altri risultati – il sistema De Luca si è affermato con una spregiudicatezza – e parlo delle elezioni regionali – che sarebbero meritevoli di un approfondimento perché emergono professionisti che collaboravano con i comuni e che erano mobilitati a sostegno del deluchismo. Siamo in una zona che, dopo aver subìto questi problemi, dovrebbe trovare maggiore dinamismo, libertà, potenzialità di sviluppo affinché le fritture le facciano i ristoranti, i centri turistici, le realtà dedite all’accoglienza che possono così essere valorizzati. Mi pare si tratti di un esperimento civico, locale, maturato – si spera – nell’esaurimento di un certo modello rozzo – e non voglio dire altro per non incorrere in conseguenze penali – e discutibile. E anche quella vicenda, il famoso discorso di De Luca, ovvero l’espressione suprema dello strapotere clientelare contrabbandato con la battuta sulla frittura ma dietro c’è una sostanza che andrebbe smascherata. Speriamo che questa vicenda di Agropoli, civica e territoriale, possa servire a trovare nella provincia di Salerno, ad Agropoli e in tutta la Campania, una stagione diversa”. Si è parlato dell’ingerenza del presidente dell’Unione dei Comuni per una sola parte dei quattro candidati a sindaco… “Mi raccontano che c’è. Io ritengo che il sindaco debba essere espressione del luogo; spesso è capitato che nelle città si candidassero persone capaci ma non del luogo e sono sempre stati esperimenti fallimentari. In questo caso non ho capito perché il sindaco che c’era qua ora va altrove, come se fosse un lavoro; mi dicono che si occupa molto della campagna elettorale allora stia qua, lasci là perché deve fare una cosa sola. Non è vicinanza al territorio ma una concezione proprietaria del territorio; la vicinanza al territorio è una virtù, la pratico e basti pensare che sono stato a Roscigno, il comune dove è nato mio padre nel 1919 e sono andato a testimoniare vicinanza e affetto al sindaco uscente. Non stiamo andando a fare una frittura a Montecarlo”. Il 12 giugno si voterà anche per il referendum Giustizia. Qual è la sua posizione in merito? “La mia posizione parte dal territorio: una volta in una provincia del sud c’era un Procuratore della Repubblica il quale, andato in promozione, venne promosso Procuratore nazionale, andò in pensione e divenne assessore di una Regione, poi divenne deputato europeo, eletto nel partito del presidente della Regione dove era nominato assessore. È un fatto immaginario, è chiaro, ogni riferimento è puramente casuale ma se accadessero fatti del genere è evidente che si creerebbe confusione, emergono dubbi. Questi connubi tra politica e magistratura esistono? Se non esistono state a casa, se esistessero – e temo di sì – allora bisogna avviare una riforma della giustizia che faccia cessare gli intrecci politici e giudiziari e che renda più trasparente il sistema della giustizia. Non è sufficiente, servono più riforme ma i referendum vanno in questa direzione. Conosco una persona che proprio ieri sera è stato assolto in Cassazione, dopo sette anni e mezzo per accuse politico mafiose. Di fronte a questi casi, il referendum si rende necessario”. Oggi Alfieri l’ha accusata di essere assente, di non esserci mai stato per Agropoli mentre lui è tra la gente, sempre presente… “Non faccio il sindaco, sono il responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia e sono presente a livello nazionale per sostenere i candidati sindaci a livello nazionale. Domani (oggi per chi legge ndr) vado a chiudere la campagna elettorale a Palermo e trovo lodevole la volontà di trovare il tempo di incontrare i cittadini di Roscigno o Agropoli, come ho fatto, che aggiungo ai miei doveri, al mio impegno politico. Sono legato alla provincia di Salerno, sono stato nel comune dove nacque mio padre ed essendo molto legato al mio amico Mario Capo ho ritenuto opportuno passare per Agropoli ma non so, se vuole posso fare un corso di frittura anche da lui, gli vengo a dare una mano. Non posso trascurare gli impegni”.