di Pina Ferro
Furti nelle gioiellerie messi a segno su tutto il territorio nazionale: sconto di pena in appello per alcuni degli autori conosciuti come il “Clan degli zingari”. I giudici della Corte di Appello di Salerno ha inflitto la pena di 2 anni e 6 mesi a Antonio Dolce alias “Capone” (in primo grado 4 anni e due mesi), a Carmine Dolce (in primo grado 5 anni) e a Donato Marotta alias “Papesce” (in primo grado 5 anni). Confermata la pena di 5 anni a carico di Anna Petrillo e di Gerardo Marotta. Gli arresti scattarono nel novembre del 2018 da parte dei carabinieri del comando provinciale di Salerno e della compagnia di Agropoli. I 25 appartenenti al sodalizio erano tutti accusati di di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio e contro la persona, violenza privata ed estorsione . Il clan degli zingari metteva a segno furti con destrezza presso gioiellerie presenti su tutto il territorio nazionale, l’esecuzione di furti all’interno di auto ed il riciclaggio dei proventi ottenuti, l’illecita introduzione nei circuiti bancari finalizzata all’accredito fraudolento di somme di denaro. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno anche accertato che gli indagati, forti della notoria appartenenza al gruppo particolarmente numeroso e coeso, si erano resi responsabili anche di gravi atti minatori ed intimidatori, anche con minacce di morte, ai danni del coordinatore unico del cantiere di Agropoli della società operante nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani della città, al fine di essere assunti nelle vesti di dipendenti stagionali, di essere adibiti a mansioni gradite e di non essere sanzionati per le continue assenze ed i costanti inadempimenti commessi nell’esercizio dell’attività lavorativa. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Della Monica, Leopoldo Catena, Pierluigi Spadafora e Mario Pastorino.