Agropoli, altra figuraccia del comune (e del PSI) - Le Cronache
Provincia Agropoli Attualità

Agropoli, altra figuraccia del comune (e del PSI)

Agropoli, altra figuraccia del comune (e del PSI)

di Arturo Calabrese

Nonostante i festeggiamenti sbandierati sui social e qualche sproloquio sulla piazza virtuale, fortunatamente limitati a quello, si è chiusa una settimana molto difficile per il Partito Socialista Italiano di Agropoli. Tra scivoloni, mancanza di rispetto e fiducia malriposta, pare che le cose non vadano poi così bene. Destino condiviso, dopo i festeggiamenti per la vittoria in tribunale contro il ricorso per le elezioni del giugno 2022, dal comune di Agropoli, guidato dal sindaco Roberto Antonio Mutalipassi. A far discutere, anche grazie ad un appunto del consigliere Raffaele Pesce, rappresentante in consiglio del movimento Liberi e Forti, è una piccola sbavatura nel protocollo del comune, quelle piccole regole di corretta rappresentanza dell’ente, ben disciplinate da un regolamento che dovrebbe essere applicato in maniera più precisa.

L’11 di gennaio ad Agropoli è venuto a mancare il già sindaco Paolo Caputo, noto e storico socialista degli anni ’80 e ’90. Quale è il problema? Che ai funerali dell’ex primo cittadino non era presente una delegazione del comune rappresentata dal gonfalone cittadino. Il perché non è dato sapere, ma la cosa fa pensare sia alla manca di rispetto di cui sopra e al non rispetto del menzionato regolamento comunale. A stabilire la presenza del gonfalone all’esequie di un ex sindaco, di qualunque schieramento politico egli fosse o fosse stato, è l’articolo 27. “In caso di decesso di ex sindaco, il comune partecipa con gonfalone a lutto ai funerali”. Per i funerali di Paolo Caputo, però, non si è verificato. Sindaco e giunta, ma nemmeno il comandante della polizia locale Antonio Rinaldi, corpo che solitamente porta il gonfalone come simbolo appartenenza, e la sua vice, capitano Valentina Nastari in Di Biasi presidente del consiglio, del Psi, e qualche funzionario hanno ricordato il regolamento.

Forse troppo indaffarati o semplicemente piccola dimenticanza. Sta di fatto che il gonfalone non c’era per rendere omaggio a chi ha portato con orgoglio la fascia tricolore. In aggiunta, sempre nel rispetto del regolamento comunale, si può aggiungere che il Partito Socialista Italiano di Agropoli, guidato e rappresentato dal presidente Franco Di Biasi, marito della capitano, si è limitato soltanto ad un manifesto a lutto. Il minimo sindacale in questi casi. Ma tornando alle magre figure del locale PSI, non si può non ricordare un elemento portato alla luce da questo giornale. Al momento di presentare le candidature per il voto del giugno 2022, tutti gli aspiranti consiglieri hanno dovuto presentare un curriculum, obbligatorio per legge.

Nella lista del Psi, la giovane Annalisa Siano, classe ’90, ha dichiarato il falso e cioè di essere in possesso del tesserino da giornalista pur sapendo benissimo di esserne sprovvista. Ciò ha imbarazzato, e non poco, il partito tant’è che nelle recenti dichiarazioni, il capo politico Di Biasi ha attaccato tutti, ma dimenticando gli scheletri nell’armadio del partito. Non una parola, infatti, sul curriculum mendace né sui fondi che la candidata in oggetto continua a prendere dal comune e nemmeno sul famoso progetto “Sentinelle del Turismo” di cui si sono perse le tracce.