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SCAFATI/AGRO. Piano di Zona la selezione nel mirino della politica. La notizia di un esposto in procura per segnalare sospetti favoritismi e trucchi verificatisi durante la selezione delle 21 figure professionali -da assumere al Piano di Zona S1 di cui Scafati è capofila- ha sconcertato e indignato alcune forze politiche di Scafati. Dal Pd al M5S (Scafati in Movimento), passando per Fdi e qualche membro vicino alla maggioranza montano le polemiche sul bando che è finito sotto la lente dei magistrati della procura nocerina. Dagli atti in mano alla procura si evincerebbe che qualche candidato sia stato favorito rispetto agli altri, avendo avuto a sua disposizione le 21 domande che sarebbero state oggetto del colloquio in base al quale sono assegnati i punteggi conclusivi. Continuano a chiedere il commissariamento del piano di zona i consiglieri di Fratelli D’Italia. Mario Santocchio di Fdi auspica lo stop della selezione: «Chiediamo la sospensione immediata del concorso. Inoltre ribadiamo la necessità del commissariamento del Piano di zona». Non manca la stoccata al Sindaco di Scafati, comune capofila del piano: «Aliberti deve dimettersi se ha un po’ di dignità», ha affermato Santocchio.
Il Partito Democratico punta il dito sull’intera gestione del Piano di zona, la segretaria dei dem, Margherita Rinaldi stigmatizza l’utilizzo politico degli uffici di via Libroia a Nocera Inferiore, dove ha sede il piano: «Non è la prima volta che le procedure di selezione del personale del Pdz sono avvolte da ombre e dubbi in ordine alla loro regolarità ed alla loro trasparenza. Prova ne è che spesso tra gli assunti si rinvengono nomi noti ”vicino” a consiglieri comunali o a politici in generale. Ci lascia perplessi, a dire il vero, che questa volta la denuncia sulla regolarità della selezione sia stata fatta – se è vero quanto si apprende dai giornali – dagli stessi candidati ”favoriti” che avrebbero ricevuto prima dei colloqui l’elenco delle domande cui rispondere -continua la segretaria del Pd che oltre alla trasparenza si auspica anche lei il commissariamento del piano ormai diventato, a suo dire, un bacino da cui attingere voti-. Va fatta chiarezza e quanto prima sulla vicenda ed in questo contiamo sull’operato degli inquirenti. Tuttavia più volte abbiamo chiesto che l’intera gestione delle politiche sociali ed il modus operandi del Pdz venisse rivisto completamente arrivando perfino a chiedere il suo commissariamento perché troppe volte tale struttura si è trasformata in un serbatoio di clientele, il che è ancora più vergognoso quando si opera nel campo del disagio sociale». Anche il consigliere comunale di centrosinistra, Vittorio D’Alessandro, si augura chiarezza ma invita i sindaci che fanno parte del piano di zona ad un momento di riflessione: «Considerati i continui accessi della guardia di finanza presso gli uffici del Piano credo che sia giunto il momento che tutti i sindaci si guardino negli occhi e procedano ad un totale rinnovamento dei dirigenti che attualmente reggono la struttura». Un cambio di rotta a livello dirigenziale sarebbe doveroso secondo l’ex candidato sindaco scafatese del Pd. L’ambito S1 – è bene ricordarlo- è diretto dalla dirigente in forza al Comune di Scafati e prestata al piano di zona, Maddalena Di Somma.
Gennaro Avagnano
Di Somma: «Pronta a qualsiasi chiarimento»
SCAFATI. Piano di zona bando nella bufera, la risposta della coordinatrice del Piano di Zona, Maddalena Di Somma (nella foto), dipendente del Comune di Scafati al’esposto sulle 21 domande rilevate: «Dopo aver appreso con sgomento, da diverse testate giornalistiche, la presunta fuga di informazioni riservate relative alle domande oggetto dei colloqui finalizzati all’assunzione di 21 figure professionali ritengo opportuno puntualizzare quanto segue: A tutela del mio decoro e della mia professionalità, certa dell’assoluta trasparenza della procedura indetta e sicura che nessuna irregolarità sia stata compiuta dalla sottoscritta, ho già dato mandato al mio legale di fiducia, l’Avvocato Antonio D’Amaro, di presentare un esposto presso la competente Procura della Repubblica per accertare eventuali fatti di rilevanza penale. Inoltre, al di là delle illazioni giornalistiche, mi rendo disponibile in qualsiasi momento, in qualità di responsabile del Piano di Zona S1, a qualsiasi chiarimento o documentazione dovesse essere richiesto dalla procura». La Di Somma termina con la piena disponibilità a fare chiarezza sulle procedure. E sul futuro di questa selezione, al Di Somma chiarisce: «domani comunico ai commissari le mie intenzioni». Quindi tutto ancora da decidere su una selezione che potrebbe essere oggetto da parte dei numerosi candidati di numerosi ricorsi e contenziosi legali.
Martedì si dovrebbe riunire il coordinamento istituzionale tra i sindaci dei comuni che fanno parte del Piano di Zona S1 che avrebbe ai punti all’ordine del giorno il rinnovo della nomina della coordinatrice Di Somma la cui nomina scadrebbe a fine ottobre.
La dirigente Di Somma avrebbe chiesto un rinnovo del contratto per tre anni . Dopo le ultime vicende tutto è ipotizzabile , anche un cambio al vertice , martedì toccherà ai sindaci l’ultima decisione .
In maggioranza a Scafati. Ciliberti: «Fatti gravi se fossero accaduti. Ma stiamo calmi»
SCAFATI. Dalla maggioranza arrivano serie preoccupazioni dal componente del Cda di Scafati Solidale, Luca Celiberti, garantista ma chiede che si faccia chiarezza al più presto «Posta la legittima presunzione di innocenza, visto il riscontro documentale in atto, considerata la delicatezza dell’argomento, sarebbe opportuno mantenere un atteggiamento sobrio e garantista, fino al completo svolgimento delle procedure di indagini in corso. Si aggiunga che il Piano di Zona S1 negli ultimi anni è stato più volte al centro di attenzioni giuridiche e mediatiche , con riscontri spesso altalenanti!».
Da un atteggiamento istituzionale, l’ex presidente della commissione bilancio del primo mandato Aliberti, Celiberti passa ad una considerazione politica: «Sarebbe estremamente grave e deleterio se fatti di questo genere fossero realmente accaduti, sia per chi li avesse attuati, che per chi li avesse procastinati. Sarebbe vergognoso dal profilo morale e dannoso da quello penale. In un mondo di consumisti e raccomandati sarebbe l’ulteriore offensivo smacco al l’intelligenza di tutti quei giovani preparati e per bene , i quali corretti e giusti nella morale subirebbero un altro colpo da parte dei cosiddetti “figli di papà” ! Mi auguro vivamente che ciò non sia, altrimenti auspico pene esemplari! chiude categorico l’esponente vicino alla maggioranza. Ora si attende l’evolversi della vicenda che a breve potrebbe riservare nuovi interessanti sviluppi ,sia sul versante del concorso in itinere , che dal punto di vista giudiziario».
Anche in ambienti di maggioranza, quindi, la rilevazione di questo ricorso alla magistratura e dei fatti in esso contenuto ha destato perplessità e voglia di fare chiarezza nell’interesse delle istituzioni e degli stessi concorrenti.
La reazione di Sim
A tutela degli altri candidati e concorrenti alla selezione pubblica finita nella bufera e che a questo punto sembrerebbe falsata è l’associazione Scafati in Movimento(M5S) che chiede l’annullamento immediato delle procedure in corso «Gli inquirenti dovrebbero affrettarsi a verificare la denuncia presente in Procura perché nel caso in cui fosse vero che quelle sono le domande che vengono poste ai candidati, oltre al reato perpetrato precedentemente, ci sarebbe una disparità di trattamento tra chi ha affrontato il colloquio e chi ora tramite la stampa viene a conoscenza dei quesiti e quindi urge la sospensione della selezione. Naturalmente le responsabilità dirette o indirette sarebbero dei dirigenti e di chi li ha scelti, cioè la politica, i sindaci dell’Agro in primis». Oltre l’intervento dei sindaci, i pentastellati chiedono che l’assessore alle politiche sociali del Comune di Scafati intervenga: «Chiediamo delucidazioni in particolare all’assessore alle politiche sociali del Comune di Scafati, Annalisa Pisacane, che non può rimanere in silenzio a fronte di queste procedure completamente opache. Lo faccia in nome della trasparenza e per i tanti cittadini che hanno partecipato alle domande e che si sentono ancora una volta presi in giro».