Agguato a De Cesare: condanna a cinque anni per Angelo Genovese e Michele Squillante - Le Cronache
Giudiziaria Baronissi Cronaca

Agguato a De Cesare: condanna a cinque anni per Angelo Genovese e Michele Squillante

Agguato a De Cesare: condanna a cinque anni per Angelo Genovese  e Michele Squillante

di Pina Ferro

 

Agguato a Domenico De Cesare: condannati a 5 anni Angelo Genovese e Michele Squillante. Il reato ascritto a loro carico è stato derubricato da tentato omicidio e rapina a lesioni e rapina. Un anno è la pena che è stata inflitta alla madre ed alla moglie di Genovese, Immacolata Barra e Sara Mencherini accusate di favoreggiamento. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna ad 8 anni per Genovese e Squillante e, a due anni per le due donne. Tutti e quattro sono stati processati con il rito dell’abbreviato. La sentenza è stata emessa nella tarda mattinata di ieri, dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Pietro Indinnimeo. E, prima della requisitoria da parte del Pubblico Ministero Silvio Marco Guarriello, vi è stata la deposizione della consulenza da parte del perito il quale ha accertato la presenza della polvere da sparo nell’automobile guidata dalla vittima dell’agguato. La gambizzazione fu posta in atto il 20 luglio dello scorso anno a Caprecano di Baronissi ai danni di Domenico De Cesare, residente sempre nella cittadina della Valle dell’Irno. La vittima fu attinta alla caviglia da un colpo di pistola esploso da una calibro 38. A premere il grilletto sarebbe stato Angelo Genovese.Gli autori del raid avrebbero atteso De Cesare vicino casa, esplodendogli contro alcuni colpi, di cui uno andato a segno. De Cesare, colto di sorpresa, si rese conto di essere sotto tiro e accelerando l’auto riuscì a fuggire, seminando Genovese e Squillante. Successivamente, Domenco De Cesare, insieme a parenti ed amici, si recò al pronto soccorso dell’ospedale di via San Leonardo dove fu operato per estrarre il proiettile che fortunatamente non aveva toccato parti vitali. Le successive indagini da parte degli uomini della compagnia dei carabinieri di Mercato San Severino, permisero di ricostruire la dinamica dei fatti e di identificare gli autori del gesto.