di Erika Noschese
L’episodio che ha sconvolto la quiete di Castiglione del Genovesi, piccolo presidio di legalità e vita comunitaria arroccato sui monti Picentini, non rappresenta soltanto un gravissimo fatto di cronaca locale, ma si configura come l’ennesimo segnale di un’emergenza democratica che sta colpendo i gangli vitali del nostro Paese. Mentre le indagini dei carabinieri della compagnia di Salerno procedono senza sosta per dare un volto e un nome all’aggressore che, l’altro ieri sera, ha teso un vero e proprio agguato al sindaco Carmine Siano, la riflessione si sposta inevitabilmente sulla vulnerabilità dei primi cittadini. Siano, un professionista stimato di sessantaquattro anni che ha dedicato gran parte della sua vita al servizio della comunità, prima come vice-sindaco e poi come guida eletta con un consenso schiacciante, è oggi il simbolo di una categoria che si trova costantemente in prima linea, spesso senza le protezioni necessarie per fronteggiare un malessere sociale sempre più violento e imprevedibile. L’aggressione avvenuta in via Provinciale Madonnelle non è un evento isolato, ma si inserisce in un quadro statistico che definire allarmante è ormai un eufemismo. I dati relativi alle intimidazioni contro gli amministratori locali nel corso del 2024 delineano una geografia della minaccia che non risparmia alcuna regione, con un incremento che deve far riflettere le istituzioni centrali e l’intera società civile. Nell’ultimo anno solare sono stati registrati ben 630 episodi di intimidazione, un numero che segna una crescita del 13,9% rispetto ai 553 casi rilevati nel 2023. Questa escalation non è solo quantitativa, ma rivela una mutazione qualitativa dei moventi e delle modalità con cui si manifesta l’ostilità verso chi rappresenta lo Stato sul territorio. Analizzando nel dettaglio la natura di queste aggressioni, emerge che la matrice privata rappresenta la quota maggioritaria, coprendo il 24% dei casi totali. Si tratta spesso di rancori personali, di dinieghi amministrativi interpretati come torti individuali o di conflitti legati alla gestione quotidiana di piccoli interessi locali che, in un contesto di esasperazione, degenerano in violenza fisica o psicologica. A questo si aggiunge un 12% di episodi riconducibili a tensioni di natura prettamente politica, dove il confronto civile cede il passo al metodo dell’intimidazione, e un 11,1% derivante da tensioni di natura sociale. Quest’ultimo dato è particolarmente significativo, poiché riflette lo scollamento tra i bisogni di una popolazione spesso impoverita o priva di servizi e la capacità di risposta degli enti locali, i quali diventano il bersaglio più immediato e meno protetto per uno sfogo rabbioso. In un borgo di circa milletrecento abitanti come Castiglione del Genovesi, la figura del sindaco incarna il punto di riferimento ultimo per ogni necessità. Carmine Siano, eletto nel giugno 2024 con il 72% dei voti, non è solo un amministratore, ma un uomo che la comunità ha scelto per la sua competenza di ingegnere e per la sua profonda conoscenza del territorio. Il fatto che l’agguato sia avvenuto in un luogo dove tutti si conoscono e dove il tessuto sociale appare apparentemente coeso, aggiunge un carico di inquietudine profonda. La violenza di quanto accaduto l’altro ieri sera, perpetrata da un individuo con il volto coperto che ha agito nell’ombra, stride dolorosamente con la stima di cui Siano gode tra i suoi concittadini. Le indagini, che ora si avvalgono delle immagini delle telecamere di sorveglianza e delle testimonianze raccolte tra i residenti, cercano di scavare proprio in questo apparente vuoto di motivazioni, cercando di capire se dietro un gesto così brutale possa celarsi una vendetta personale o una ritorsione legata all’attività amministrativa. La comunità dei Picentini si interroga su come sia stato possibile che un simile atto di ferocia trovasse spazio tra le sue strade. La ricerca di un movente è la priorità assoluta per gli inquirenti, ma è anche l’esigenza primaria di una cittadinanza che si sente improvvisamente violata nella sua sicurezza quotidiana. La dinamica dell’agguato, caratterizzata da una ferocia che lascia poco spazio all’ipotesi di un semplice avvertimento, suggerisce la volontà di colpire duramente l’uomo e l’istituzione. In questo scenario, il lavoro dei carabinieri è finalizzato non solo alla cattura del colpevole, ma alla ricostruzione di un clima che potrebbe aver covato risentimenti invisibili agli occhi dei più. Mentre il sindaco Siano prosegue il suo decorso ospedaliero a Salerno, la sua famiglia ha rotto il silenzio per chiedere con forza che non cali il sipario su questa vicenda. Prima che la politica e le associazioni di categoria facessero sentire la propria voce, sono stati proprio i congiunti del primo cittadino a sollecitare un impegno straordinario da parte degli inquirenti. La richiesta dei familiari è chiara e priva di mediazioni: pretendono che venga fatta piena luce sulle ragioni di un atto così vile e che si arrivi in tempi rapidi all’identificazione del responsabile. Per la famiglia, la sofferenza fisica di Carmine Siano è aggravata dal mistero che avvolge l’aggressione, rendendo indispensabile una risposta ferma da parte dello Stato affinché il loro caro possa ritrovare non solo la salute, ma anche la serenità necessaria per tornare a guidare il suo comune. In risposta a questo grido di dolore e alla gravità dei dati nazionali, è intervenuto il presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il quale ha voluto esprimere la massima solidarietà al collega ferito, ponendo l’accento sulla solitudine in cui spesso si trovano a operare i piccoli amministratori. Manfredi ha rilasciato una dichiarazione che fotografa perfettamente la condizione di chi, ogni giorno, si trova a gestire le complessità del territorio italiano. Secondo il presidente dell’Anci, si tratta di “un atto di violenza inaccettabile che conferma la necessità di tenere alta l’attenzione su chi ogni giorno governa il territorio affrontando situazioni delicate. I sindaci non saranno lasciati soli”. Queste parole, riprese integralmente dalle note ufficiali dell’associazione, sottolineano come l’episodio di Castiglione del Genovesi debba fungere da catalizzatore per una nuova stagione di tutele nei confronti degli amministratori locali. L’impegno promesso da Manfredi e dall’Anci punta a far sì che la violenza non diventi uno strumento ordinario di interlocuzione con la pubblica amministrazione. La preoccupazione è che l’aumento del 13,9% delle intimidazioni registrato nel 2024 possa diventare un trend strutturale se non si interviene sulle cause profonde del disagio sociale e sulla sicurezza fisica dei sindaci. Questi ultimi, infatti, rappresentano il primo avamposto della democrazia e, se lasciati soli di fronte alla rabbia o alla criminalità, rischiano di vedere svuotato il senso stesso del loro mandato elettivo. La vicenda di Carmine Siano resta dunque un monito aperto. Castiglione del Genovesi attende risposte, così come le attendono i tanti amministratori che, leggendo i dati dell’ultimo rapporto sulle intimidazioni, vedono riflessi i propri timori quotidiani. La solidarietà istituzionale è un primo passo fondamentale, ma la richiesta di chiarezza che arriva dalla famiglia del sindaco e dalla cittadinanza intera impone un salto di qualità nell’azione di contrasto a questi fenomeni. Non si può permettere che la gestione di un bene comune, che sia in un grande centro o in un piccolo borgo montano, diventi un’attività ad alto rischio per la propria incolumità personale. L’auspicio è che il lavoro dei carabinieri, unito alla testimonianza che il sindaco potrà fornire non appena le sue condizioni lo consentiranno, possa squarciare il velo di omertà o di mistero che circonda questo agguato. Solo attraverso la giustizia e la verità si potrà restituire a Castiglione del Genovesi la pace violata e a Carmine Siano la possibilità di continuare a servire quel 72% di elettori che in lui hanno visto una speranza di buona amministrazione e di crescita per il territorio.





