Adesso, con la morte del Cavaliere si chiude un’epoca, si vada oltre - Le Cronache
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Adesso, con la morte del Cavaliere si chiude un’epoca, si vada oltre

Adesso, con la morte del Cavaliere si chiude un’epoca, si vada oltre

di Andrea De Simone*
Sono state pronunciate parole dure da parte di politici, giornalisti e professionisti (sic) dei social sulla scomparsa di Silvio Berlusconi. Si possono avere idee diverse sulla persona defunta, sulle esequie di Stato, sul lutto nazionale, sui sevizi delle tv a rete unificate, ci mancherebbe. Si può polemizzare. Ma perché farlo mentre la famiglia, gli amici e la gente comune è in lacrime per la scomparsa di una persona cara? Silvio Berlusconi per il suo popolo è una persona cara. Per la comunità cristiana è un fratello che “inizia un viaggio” verso l’incontro con il Signore per raggiungere la vita eterna e tocca al sacerdote pronunciare parole di perdono dell’assoluzione di Cristo. “Chi sono io per giudicare”? ha affermato Papa Francesco in altre circostanze e su tematiche a noi care. Potremmo fermarci a questo punto, ma io non intendo impedire ad altri di esprimere il proprio punto di vista sul politico, sull’imprenditore, sul dirigente sportivo. Si deve discutere sugli ultimi trent’anni della vita politica italiana a partire dalla discesa in campo del Cavaliere? Chi dice il contrario e voglio farlo anch’io. Ma non durante le ore del raccoglimento di milioni di persone che lo piangono. In queste ore si deve rispettare il momento intimo in cui la famiglia si raccoglie e commemora la persona cara; ci si deve fermare per il funerale, con il quale si chiede perdono per i suoi peccati ed infine si deve attendere la sepoltura. Di fronte al dolore dei suoi cari, del suo partito, della sua gente, si deve lasciare spazio alle parole di cordoglio o osservare il silenzio. Chi non è d’accordo non partecipa ed aspetta. Dopo qualche giorno si apre il dibattito e ognuno si esprime. Abbiamo perso un’altra occasione per compiere passi verso un paese normale, dove l’avversario non è nemico e dove si alternano coalizioni diverse a seguito del voto. Il voto ha dato all’Italia un Governo che non piace a tutti ma è il Governo che decide su argomenti come i funerali di Stato ed il lutto nazionale. Lo dico soprattutto ai responsabili politici delle sconfitte del centrosinistra che hanno favorito la vittoria del centrodestra alle ultime elezioni politiche. Io non appartengo all’area politico di Silvio Berlusconi, non ho apprezzato le sue scelte di vita, non seguo i modelli delle sue tv. Ed infatti ho militato in un altro campo. Nel campo degli ultimi trent’anni, non prima, ho incontrato personaggi e subito azioni che per carità di patria non elenco, che non sono distanti da vicende che si contestano ad altri. Ho visto da vicino di che pasta sono fatti uomini impegnati ad esercitare il potere personale, favorire interessi particolari, impedire l’esercizio della democrazia e della partecipazione, combattere l’avversario con mezzi illeciti. “Qui sine peccato est vestrum, primus lapidem mittat ”. Quanti sono, nel campo in cui ho militato, quelli che possono scagliare la prima pietra? I sondaggisti nostrani sono in possesso di dati evidenti sul gradimento degli italiani per i “partiti democratici”, “imprenditori benefattorii “, i giornalisti liberi”, i “giudici imparziali” del bel paese. Basta doppia morale. Giudichiamo fatti nell’uno e nell’altro campo. Valutiamo luci ed ombre di questo e di altre personalità. E facciamolo nei tempi consentiti e non certamente mentre sulle tv scorrono volti di persone normali che, in buona fede, hanno creduto nell’uomo politico ed oggi ne piangono la scomparsa. Chi ha un pensiero diverso va rispettato, sempre. Ero davanti a Botteghe Oscure quel giugno del 1984, quando ci giunge la notizia che un avversario politico avrebbe reso omaggio ad Enrico Berlinguer. Era mezzogiorno e sotto il sole cocente, si vede arrivare Giorgio Almirante che, all’ingresso di Botteghe Oscure, viene ricevuto da Nilde Jotti e Giancarlo Pajetta. Era stato affidato al Comandante “Nullo” il compito di accogliere un nemico della Repubblica Sociale. Non ci fu nessuna contestazione e nessuna polemica. Noi apprezzammo il rispetto verso il nostro leader da parte di un avversario politico. I ragazzi di Berlinguer scelsero di tacere, di non riaprire antiche ferite. Io vengo da quella scuola, sono fermo alle immagini di quarant’anni fa. Non chiedo di non esprimere idee, di non condannare, di non prendere le distanze da scelte che non si condividono. Vorrei dire anch’io la mia, se avessi un luogo di confronto in una sede di partito, sulla politica italiana degli ultimi anni. Vorrei porre qualche domanda al dirigente seduto dall’altra parte del tavolo: Berlusconi è stato quattro volte Presidente del Consiglio, ha vinto più volte le elezioni, ha favorito la nascita del Governo presieduto da Giorgia Meloni, vero? Ci sarà pure qualche responsabilità? Il 30% degli italiani non vota alle politiche, più del 50% non vota alle regionali, stessi numeri, se non di più, per le comunali? Le liste bloccate garantiscono l’elezione dei fedelissimi dei capi, salvo poche eccezioni? Molte famiglie non arrivano a fine mese? Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente)? Dopo la pandemia c’è chi è ancora più povero e chi è più ricco? C’è dunque un paese dove si vive male ed aumentano le ingiustizie e la destra vince le elezioni e governa? Forse c’è un paese che richiede altre risposte e altre scelte. Con la morte del Cavaliere si chiude un’epoca. Si vada oltre.
*Già senatore
e presidente
della Provincia