di Monica De Santis
Si è spento a Sapri, all’età di 83 anni, l’ingegnere Nicola Materazzi, colui che ha fatto la storia del mondo automobilistico italiano, padre della Ferrari F40, ’ultima vettura costruita sotto la supervisione completa di Enzo Ferrari. Nato a Caselle in Pittari, da tempo viveva a Sapri, si occupò nella sua lunga carriera anche del miracolo Lancia Stratos nei rally, lavorò in Abarth e ebbe un ruolo nell’approdo di Ferrari nell’era turbo in Formula 1. E’ stato un innovatore in campo automobilistico e tra i tanti messaggi di cordoglio giunti ieri alla famiglia anche quello dell’Aci Salerno che ne ha ricordato il grande valore di progettista e di uomo, che fu premiato con il “Volante d’oro”. Materazzi era uno dei principali specialisti italiani di turbocompressori su cui aveva lavorato dagli anni Settanta. Quel giovane che a 21 anni aveva costruito un Kart nella sua Sapri (SA) di strada ne aveva fatta tanta. Allievo dell’Università di Napoli Federico II, si laureò alla facoltà di Ingegneria Meccanica. Dopo un primo lavoro a Napoli fu assunto nel Team Tecnico Lancia a Torino, in qualità di specialista di calcoli su telaio, sospensioni e strutture sterzo. Sviluppò la famosissima Lancia Stratos per i Rally. Dal 1971 fu Responsabile Ufficio Calcoli e dal 1974 passò al Reparto Corse, dove lavorò nel team di progettazione diventando responsabile dell’applicazione del Turbo e dello sviluppo sull’aerodinamica della Stratos Silhouette Gruppo 5. Nell’anno 1978, fu chiamato alla Abarth per progettare la vettura Formula Fiat Abarth, per la formazione di giovani piloti. Progetterà auto di Formula e Formula 1 con la Osella. Nel 1979 arriva al Reparto Corse Ferrari, come Responsabile Ufficio Tecnico. Fu lui a guidare il Cavallino ad adottare i motori turbo. Da quella decisione arrivò la sua creatura più nota la F40, e anche i motori della 328 Turbo, 288 GTO, 288 GTO Evoluzione, Testarossa, 412 GT. La rivista americana Forbes lo inserì tra i 10 migliori ingegneri meccanici al mondo e in assoluto tra quelli che avevano rivoluzionato la storia dell’auto in questo secolo. Caselle in Pittari nel 2020 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria. «È morto un grande ingegnere e un grande uomo che tra le tante progettazioni ne realizzò una anche per i giovani piloti – ricorda il senatore Vincenzo Demasi, Presidente dell’Automobile Club Salerno -. Un uomo che ha dimostrato quanto sia importante la vicinanza ai giovani e la loro formazione. L’avergli assegnato il Volante d’Oro è stato un giusto riconoscimento e anche la testimonianza di questi valori che l’Aci fa propri dalla sua istituzione». «È una grave perdita per il mondo dell’automobilismo internazionale – afferma Giovanni Caturano, direttore dell’Automobile Club Salerno -. Le sue conoscenze maturate nella ricerca applicata sono ormai patrimonio dell’ingegneria meccanica, ma con la morte dell’ingegnere Materazzi si perde un pezzo di storia dell’innovazione che aveva un Salernitano come protagonista, a dimostrazione che l’impegno, lo studio e la motivazione possono portare a grandi successi. Mancheranno certamente ai progettisti di domani i consigli di un uomo che aveva pensato e realizzato quelle che sarebbero state grandi innovazione nell’automobile.