di Giovanna Naddeo
Facilitare il passaggio dal mondo analogico al digitale per imprenditori e aziende, nel rispetto della normativa vigente. E’ la mission di Nicola Savino, giovane ingegnere informatico della “Savino Solution srl”, realtà che oggi impegna 15 dipendenti, per un fatturato pari a 2 milioni. Dopo una breve esperienza in IBM, nel 2009 la svolta con una nuova attività imprenditoriale specializzata nella consulenza e fornitura di servizi e soluzioni in conservazione e fatturazione elettronica, reingegnerizzazione dei processi documentali, gestione elettronica documentale. Nel 2018, l’ingresso nell’albo dei conservatori accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale.
A proposito di innovazione, lei ha dato il nome a un metodo. Di cosa si tratta?
«Il metodo Savino si caratterizza per l’applicazione di sette regole fondamentali per digitalizzare i processi aziendali. La nostra azione punta a sostenere le aziende nelle problematiche che possono sorgere nel passaggio al digitale, nel rispetto della normativa. Di recente abbiamo lanciato “SecurOrder”, la prima piattaforma digitale per gestire velocemente gli “ordini digitali” in modo legalmente sicuro. Lo scopo è andare incontro alle necessità delle aziende che acquisiscono ogni giorno ordini tramite e-mail, con allegati pdf sottoscritti a penna dal cliente e poi scansionati. Una metodologia che genera un numero sempre maggiore di contenziosi per “disconoscimento”, dal momento che la scansione di un pdf ha un valore probatorio assimilabile a quello di una banale fotocopia. Grazie alla tecnologia “Identity Token”, su SecurOrder le parti possono firmare digitalmente l’accordo in pochi click e l’ordine “firmato” può essere subito indicizzato nei gestionali aziendali attraverso una semplice integrazione».
Le aziende come accolgono queste novità digitali?
«Registriamo una maggior apertura rispetto al passato, complice l’avvento dei social e lo sviluppo del settore dell’informazione. Le aziende stanno accogliendo positivamente le novità, comprendendone le maggiori utilità».
Eppure l’avvento della fatturazione elettronica non è stata vista di buon occhio all’inizio.
«E’ vero, è stata percepita come un strumento per controllare le informazioni delle aziende. Un meccanismo senza alcun dubbio molto complicato che, almeno per i primi tempi, ha spaventato molti ma, ben presto, se ne sono visti i vantaggi». Lei vanta un prestigioso curriculum e attualmente è tra massimi esperti nazionali del settore, nonchè consulente per aziende e pubbliche amministrazioni Di fronte alla fuga di cervelli, perchè restare al sud? «Per dimostrare che anche qui ci sono belle realtà, per dimostrare che anche qui si può fare innovazione. Se andiamo tutti via, sarà la fine per il nostro territorio. Non possiamo permetterlo».