di Red.Cro.
Finisce davanti ad un giudice, Tribunale Monocratico di Napoli Nord, la battaglia contro il Pd sferrata a suon di accuse circa 4 anni fa da Guglielmo Vaccaro. A denunciare per diffamazione l’ex deputato ribelle del Pd fu Antonio Pagano, membro della commissione regionale per il congresso della Campania per il Partito Democratico. la prima udienza si terrà nel settembre dell’anno prossimo. Siamo nel febbraio del 2014: in ballo le primarie del Pd con in campo lo stesso Vaccaro (appoggiato dalla parlamentare Angeli Saggese), Assunta Tartaglione e Michele Grimaldi, ex segretario dei Gd della Campania, oggi responsabile della segreteria dei democrat di Scafati con ambizioni di volersi candidare a sindaco. Secondo le accuse di Vaccaro, Pagano, addetto alla vigilanza per il corretto svolgimento delle primarie, non avrebbe consentito ai suoi rappresentanti di presenziare alle operazioni di voto e poi allo scrutino. Accuse che Vaccaro aveva denunciato pubblicamente iniziando uno scontro interno al Pd. I risultati delle votazioni nella provincia di Salerno fecero prevalerela Tartaglione, vicina all’ex segretario nazionale Matteo Renzi ma soprattutto sostenuta da De Luca. Vaccaro, per tutta risposta, lamentando danni personali occupò la sede del partito salernitano in via Manzo. E durante un incontro con i giornalisti denunciò a suo avviso le irregolarità avvenute in sede di elezioni, definendo lo stesso Pagano “esponente della tradizione dei brogli”. Vaccaro lamentò la chiusura del bagno della sede e addirittura il taglio di energia elettrica per lasciarlo al buoio. Vaccaro tirò in ballo il fascismo e l’olio di ricino. Per la verità sulle sue pensati affermazioni volle vederci chiaro anche il Pm dell’antimafia Montemurro che stava indagando sul tesseramento del Pd. Dal filone del Crescent vennero fuori anche presunti imbrogli ma di quella storia non si è saputo più niente nonostante le clamorose intecettazioni. Vaccaro fu ascoltato dal magistrato ma anche in questo caso non i hanno più notizie. Per la cronaca fu ascoltata dal magistrato la stessa Angelica Saggese. Quella stagione di accuse e di sospetti, di veleni e intercettazioni finisce solo con una causa per diffamazione. E tutto il resto? E’ noia naturalmente.