«Ormai la spiaggia libera è un lontano ricordo di vacanze lontane e spensierate». Con queste parole, un turista che soggiorna a Casal Velino sta commentando la situazione che ha trovato quest’anno presso la spiaggia libera del litorale cilentano. Spiaggia libera o quel che ne rimane volendo essere precisi. «Vengo ogni anno da diverso tempo – aggiunge – con mia moglie portavamo i bambini ed ora loro sono grandi ma continuiamo a venire ogni anno. In questi però abbiamo trovato una sorpresa più che amara – continua l’uomo che si fa portavoce di un’intera comunità, quella cioè dei frequentatori della spiaggia libera – la nostra amata spiaggia è quasi inesistente. Il mare è avanzato talmente tanto che non abbiamo più spazio per piantare gli ombrelloni, per goderci questi giorni in santa pace ma anche per socializzare. C’è addirittura chi non può prendere il sole perché manca spazio fisico».
Quanto dal turista che preferisce rimanere anonimo è una denuncia importante che ben spiega la situazione di molti litorali cilentani. «Andare al mare vuol dire potersi rilassare e magari ritemprarsi dalle stanchezze e dalle privazioni invernali – ragiona il turista – ma qui è diventato impossibile proprio per la mancanza di spazio vitale. Per non parlare dei nostri bambini: per loro il mare è correre, giocare a pallone, divertirsi, tuffarsi in acqua, giocare e tornare in acqua. Tutti siamo stati bambini e tutti abbiamo fatto queste cose – le sue parole che hanno qualche sfumatura di rabbia – ognuno di noi le ricorda con malinconia e perciò possiamo ben capire cosa voglia dire non poter giocare a calcio o non poter correre perché non c’è lo spazio dove farlo».
A questo punto, quanto detto dal turista diventa più duro: «cosa faccia l’amministrazione comunale non è dato sapere – attacca – sappiamo solo che sono state presenti delle ruspe che avrebbero dovuto sistemare la spiaggia, ma sembra proprio che ciò non sia stato fatto. Aggiungo che non credo sia un caso che alcuni lidi privati abbiano metrature di spiaggia molto più ampie delle spiagge libere di noi comunissimi e semplici mortali. Non posso fare accuse –ragiona – ma le due cose non possono non essere collegate». La rabbia dell’uomo, che ormai ha deciso di non tornare più a Casal Velino, si fa più forte quando pensa all’aspetto economico: «A questo devo pensare che sia tutto uno stratagemma per obbligarci ad andare nella spiaggia privata o al lido, con l’esborso anche di un migliaio di euro per qualche metro quadrato di sabbia. La situazione non è più sostenibile!». A quanto detto dall’ospite di vecchia data del Cilento, si aggiunge anche altro: «Come se non bastasse – racconta oggi (ieri per chi legge, ndr) l’acqua è anche molto sporca. Se questo è il modo in cui gli amministratori pensano di fare turismo – argomenta – allora davvero è stato sbagliato tutto. È necessario un cambio di passo- Mi mancherà il Cilento, ma non questo – chiosa – bensì quello di un tempo più buono, pulito, bello ma soprattutto genuino».