Gli uomini della DIA di Salerno hanno eseguito la confisca di due aziende di panificazione e di numerosi rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in oltre 2 milioni di euro, tutti riconducibili a Antonio Di Marino. Nel 2018, l’imprenditore cavese era stato colpito da un provvedimento di custodia cautelare in carcere- eseguito nell’ambito dell’operazione “Hyppocampus”- su disposizione del GIP del Tribunale di Salerno. Insieme a lui, dietro le sbarre finirono altri 13 indagati, ritenuti responsabili di estorsione, usura e trasferimento di valori: reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso. A Di Marino venne contestata l’appartenenza all’organizzazione criminale di Dante Zullo, tant’è che con il provvedimento di oggi non si dispone solo la confisca ma si applica a suo carico anche la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per almeno 4 anni. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Sezione Riesame e delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno. A chiederlo, il direttore della Direzione Investigativa Antimafia, sulla scorta di un’indagine che ha messo a fuoco i rapporti tra Antonio Di Marino, panificatore 29enne di Cava de’ Tirreni ed il clan egemone nell’area metelliana che fa capo a Dante Zullo.