di Erika Noschese
Pericolo per la presenza di cariche esplosive all’interno di Porta Ovest. A lanciare l’allarme i cittadini salernitani Rita Peluso, Gaetano Scuoppo, Antonio Simone, Federico Sabetta, Alfonso Malangone, Luigi Magliano, Maria Carmela Criscuolo, Alberto Moscariello e Oreste Agosto che hanno provveduto a scrivere ai ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente dei Beni Culturali, della Giustizia, della Salute, dell’Interno, al presidente del Consiglio e quello della Repubblica oltre che al comandante del Noe dei Carabinieri e ai vigili del Fuoco per porre l’attenzione sul grave pericolo che corrono i residenti così come il territorio e l’ambiente a causa della presenza di cariche esplosive, in ambito urbano, il cui utilizzo è stato voluto dall’impresa esecutrice dei lavori di Porta Ovest per la realizzazione delle due gallerie affiancate, ciascuna lunga all’incirca due chilometri, destinate a collegare l’area portuale con l’imbocco autostradale per agevolare la movimentazione di container e merci. «Questi lavori, però, seguono un tracciato completamente diverso da quello del progetto originario, predisposto da un Rti rappresentato dallo Studio Pica Ciamarra di Napoli e vincitore di un concorso di idee, che superò ogni livello di approvazione, fino a quello del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, preceduto da indagini preliminari soprattutto in relazione alla fragilità del territorio attraversato, costituito da un alto costone, posto a ridosso del mare, inserito nella categoria di rischio più elevata, ‘rossa’, ai fini della stabilità», sostengono i cittadini salernitani secondo cui «diversamente e stranamente, il nuovo tracciate è frutto di un progetto esecutivo completamente difforme al quale, nonostante anche la precisa disciplina del Capitolato di Appalto che disponeva l’assoluto rispetto di quello approvato, la Commissione di Gara assegnò il massimo punteggio». Tutta la vicenda è oggi all’esame della Magistratura ed è oggetto di un procedimento che vede indagate 21 persone, a vario titolo coinvolte, a seguito degli accertamenti disposti dalla Procura conseguenti a crolli interni nel corso di scavo. «Gli scavi, poi, stanno attraversando diverse falde di acqua sotterranea e, a quanto riferito da persone informate dei fatti, sono state purtroppo intercettate e tagliate le alimentazioni dei Torrenti Fusandola/Rafastia – aggiungono i salernitani che hanno lanciato l’allarme – Sul nuovo tracciato poggia il poderoso ponte ‘Olivieri’ della Società Autostrade che avrebbe diffidato dal proseguire i lavori e ha già avanzato la richiesta di un indennizzo di oltre un milione di euro per danni arrecati alle strutture. Il quartiere Canalone, infine, soprastante a buona parte del percorso, secondo dichiarazioni dei residenti sarebbe stato interessato da movimenti del suolo con numerose fessurazioni presenti nei fabbricati». Pur in presenza di tali criticità, che comporterebbero l’obbligo di puntuali verifiche, è stato in questi giorni assunta la già decisione di utilizzare cariche esplosive nelle teste di scavo, come prevedrebbe una convenzione con la Società Autostrade. «E’ mai possibile che due soggetti privati possano decidere sulla modalità di scavo in funzione dei propri reciproci interessi e non anche di quelli della collettività? – si chiedono ancora – Peraltro, per quanto a conoscenza, il tracciato in corso di esecuzione sarebbe privo delle previste autorizzazioni nonché delle indagini preliminari idrogeologiche». E ancora: «Da ultimo, si apprende in questi giorni che l’opera manca della parte finale di svincolo autostradale, neppure progettata, e che ci sarà il concreto pericolo di incolonnamenti dei tir nei tunnel per centinaia di metri. I tir che transitano quotidianamente sono oltre 2.000», aggiungono i cittadini che chiedono un immediato intervento affinché sia assicurato il pieno rispetto della legge e che si indaghi per evitare rischi dovuti alla negligenza, con gravissimo nocumento per la collettività salernitana.