Tutti noi abbiamo invocato la protezione di Sant’Antuono insieme ai parroci per tutti gli abitanti dell’aria, della terra e delle acque, con un pensiero per gli sfortunati animali dell’Australia che stanno perendo nei roghi
Di Olga Chieffi
“Amate tutta la creazione divina, così in blocco, come in ogni granello di sabbia. Per ogni minima foglia, per ogni raggio del sole di Dio, abbiate amore. Amate gli animali, amate le piante, amate le cose tutte. Se amerai tutte le cose, penetrerai nelle cose il mistero di Dio…”. Dice ancora, il saggio (e santo) monaco: “Gli animali abbiano l’amor vostro; ad essi il Signore ha donato un germe di pensiero e una gioia imperturbabile. Non turbatela voi, non li fate soffrire, non togliete loro la gioia, non contrastate il disegno di Dio. Uomo, non ti fare grande di fronte alle bestie. Esse sono innocenti, mentre tu, grande come sei, appesti la terra fin da quando ci fai la tua apparizione…” (Fëdor Dostoevskij, “I fratelli Karamazov”). Si è pregato in tutte le parrocchie ieri sera per i nostri amici animali, sorriso di Dio sulla terra. Grande partecipazione sui sagrati dove animali di tutte le razze, pesciolini, gatti, tartarughe, sono stati portati per proteggerli da ogni dolore e continuare a godere della loro compagnia del loro sguardo puro ed innocente. Nella iconografia, Sant’Antuono, infatti, viene sempre raffigurato tra tutti gli animali, particolarmente con a fianco un porcello e a distanza, una fiamma. Nella nostra città, Sant’Antuono si venera nella chiesetta di Santa Rita al Largo, oggi, San Pietro a Corte, tradizionalmente detto di Sant’Antuono, innanzi al vecchio municipio, chiamato Palazzo Sant’Antuono. Nella stessa piazzetta, ogni anno si procede alla benedizione degli animali. Don Michele Pecoraro, in Messa Solenne, con diversi cagnolini tra i banchi, ha commentato oggi il Vangelo. Alla fine della Messa, abbiamo visto partecipare tanti animali, soprattutto cagnolini, alla benedizione impartita da Don Michele Pecoraro nella storica chiesa cinquecentesca di Sant’Antonio Abate. Se tutto partecipa al Regno di Dio, tutte le creature hanno dignità: l’uomo non è un arbitro assoluto ma è anche a servizio del creato, chiamato a contribuire a portarlo alla sua pienezza. Un cane, un gatto, un cavallo non può essere traviato, frustrato, ti è affidato soprattutto per vivere in questa pienezza. Il Salmo 36 recita “Uomini e bestie Tu salvi, Signore”. La passione di San Francesco per gli uccelli e le creature, l’importanza degli animali per i padri del deserto come sant’Antonio Abate, unitamente alle Scritture: dal corvo che porta da mangiare al profeta Elia fino all’Agnello di Dio, diventato l’espressione della vita più vicina a Dio, rende sicuri di un ricongiungimento nell’Aldilà. Siano Benedetti gli animali. La promessa finale di Don Michele è che il prossimo anno verrà acceso anche un falò dinanzi alla chiesetta ove continuare a festeggiare l’altro volto del santo, quello di patrono del fuoco e quindi della rinascita della natura.