di Erika Noschese
«Una situazione ingestibile a causa della carenza di fisioterapisti». Parla così Margaret Cittadino, tra i membri del Tribunale per i diritti del malato e coordinatrice di Cittadinanza Attiva che punta l’attenzione sulle problematiche che si verificano, quotidianamente, sia presso l’ospedale Da Procida sia presso il Ruggi di Salerno. Una carenza di organico, quella denunciata dalla Cittadino, che riguardano figure professionali importanti e non facilmente sostituibili, men che meno improvvisabili: fisioterapisti e logopedisti. A suscitare polemica la notizia lanciata su queste colonne circa la chiusura della piscina terapeutica dell’ospedale Da Procida, unica in provincia di Salerno. Dopo una prima decisione dei responsabili di bloccare le assunzioni sarebbe però giunto il via libera non solo per il reclutamento delle figure professionali ma anche per cambiare gli orari di lavoro, inserendo anche il sabato. «Non possiamo permettere che i pazienti subiscano due giorni di stop forzato», ha infatti attaccato la Cittadino che punta l’attenzione proprio sulla riabilitazione e il conseguente aumento dei posti letto, disposto dai vertici aziendali che non avrebbero però tenuto conto dell’organico attuale. Intanto, è stato bandito il concorso per le assunzioni ma, sottolinea la responsabile di Cittadinanza Attiva «manca una programmazione relativa alle esigenze dei pazienti». Necessario, invece, predisporre un aumento dei posti letto nel reparto di cardiologia, per quei pazienti che – dopo un’operazione – necessitano di riabilitazione cardiologica che può durare dai 30 ai 60 giorni. Attualmente, infatti, i posti letto disponibili per la riabilitazione chirurgica sono solo quattro, troppo pochi per il numero di pazienti che necessitano di terapia post operatoria. Attualmente, all’ospedale Da Procida sono due le infermiere con formazione spefica, ragion per cui se una delle due dovesse ammalarsi, non potrebbe essere sostituita. «Bisogna ricavarsi un pezzo, in termini di riabilitazione, nel settore pubblico perchè altrimenti si rischia di dirottare tutto sul privato», ha detto l’ex sindacalista del Ruggi, attualmente membro del tribunale per i diritti del Malato secondo cui è necessario intervenire, tra le altre cose, anche sul reparto di neurochirurgia.