di Erika Noschese
Un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa: è la richiesta avanzata dai pubblici ministeri Polito e Guariello nel corso dell’udienza preliminare di discussione del processo a carico dei titolari delle fonderie Pisano, tenutasi ieri mattina al tribunale di Salerno dinanzi la dottoressa Zambrano. La richiesta dei pm è stata avanzata per tutti gli imputati che potrebbero sborsare una cifra record pari a circa 150mila euro di risarcimento danni per i cittadini e le associazioni che si sono costituite parte civile e l’interdizione dell’attività per 6 mesi. I pubblici ministeri hanno costruito con dovizia di particolari tutti i fatti giudiziari, dal 1998 fino al 2018, ovvero tutte le violazioni, tutti i provvedimenti in Regione di sospensione, la revoca dell’Aia, le impugnative davanti al tribunale, «dimostrando in modo incontrovertibile la piena responsabilità degli imputati per i reati ascritti, per tutte le violazioni di natura ambientale ed amministrative, rimarcando che le violazioni si sono protratte e reiterate nel tempo nonostante ci sia stata una certa collaborazione da parte dell’opificio», ha spiegato l’avvocato Fabio Torluccio che, dal canto suo, ha invece concluso rimarcando che si tratta di una falsa collaborazione in quanto la proprietà si sarebbe mossa soltanto quando ci sono stati provvedimenti di sospensione ossia il sequestro; «gli accertamenti continui da parte dell’Arpac hanno dimostrato che questi imprenditori non intendono tutelare la salute delle persone e non garantiscono di vivere in un ambiente salubre in quanto hanno perseguito un’attività economica in violazione di tutte le disposizioni previste per la tutela della salute», ha poi aggiunto il legale dell’associazione Salute e Vita. Da qui la richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale a favore delle persone fisiche che si sono costituite parte civile nonché delle associazioni e dei Comuni ritenendo che il danno è pienamente provato anche sulla base delle annotazioni dell’Arpac sulla base di tutte le relazioni di servizio che comprovano i miasmi intollerabili, le polveri e la fuliggine sui balconi delle abitazioni e sui muri. Non vi è dubbio che il compendio probatorio sia tale da poter fondare un giudizio di responsabilità. L’avvocato Torluccio ha inoltre evidenziato che non vi è alcuna volontà da parte della proprietà di adeguare l’impianto, per tutelare gli imprenditori, evidenziando altresì che le trasgressioni reiterate nel tempo comprovano la necessità di un intervento risolutivo anche attraverso la disapplicazione dell’Aia che impedirebbe la prosecuzione dell’attività a tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori e per la tutela dell’ambiente. L’associazione Salute e Vita presieduta da Lorenzo Forte esprime un ringraziamento sia ai pubblici ministeri Polito e Guariello che alla procura di Salerno «che ha esposto in maniera encomiabile tutte le relazioni e le azioni gravissime, oltre ai reati commessi negli anni e reiterati dalle fonderie Pisano, facendo venir fuori il chiaro quadro di reiterazione e di comportamenti illegali e dannosi per la vita e la salute delle persone. Pertanto, esprimiamo un ringraziamento alla procura e al nostro avvocato Fabio Torluccio che ha saputo rappresentare le istanze e le problematiche della popolazione che ancora una volta è danneggiata dalle fonderie Pisano, una fabbrica che nei decenni ha commesso sempre gli stessi reati, a danno della salute pubblica, della popolazione, dell’ambiente, violando le tre matrici aria, suolo e acqua. Andremo avanti nella nostra battaglia», ha concluso Forte. Intanto, la prossima udienza è in programma il 12 novembre alle 9.30. Intanto domenica mattina, alle ore 9, a Fratte in piazza Matteo Galdi si terrà la manifestazione del comitato Salute e Vita per raccontare tutti i passaggi dell’udienza e per tenere alta l’attenzione sul tema della tutela della salute e della vita nella valle dell’Irno.
Codacons: «Speriamo che il processo accerti tutte le responsabilità»
«Si condivide completamente la linea della Procura basata su diverse consulenze probanti i reati ambientali commessi e bene la calendarizzazione che procede in maniera rapida. Speriamo che il processo la cui conclusione è prevista per il gennaio 2020 accerti tutte le responsabilità». Lo ha dichiarato Matteo Marchetti, difensore del Codacons Campania, commentando il giudizio abbreviato a carico dei Pisano con la richiesta avanzata dai pm di 1 anno e 6 mesi di reclusione e l’interdizione dal consiglio di amministrazione per tutti gli imputati Guido, Roberto, Ciro e Ugo Pisano, Antonio Setaro e Luca Fossat.