Tassa per provare gli abiti, parola ai commercianti - Le Cronache
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Tassa per provare gli abiti, parola ai commercianti

Tassa per provare gli abiti, parola ai commercianti

di Antonio Iovino

Far pagare una sorta di tassa a tutti i clienti che entrano in un negozio esclusivamente per provare: questa l’iniziativa di un commerciante di Sarzana, in provincia di La Spezia, Giulio Soresina che – come ripor- tato da “Il Fatto Quotidiano” – ha deciso di far pagare 10 euro a chi si limiterà a provare abiti e scarpe per poi, come spesso capita in queste situazioni, ac- quistare il prodotto solamente online ad un prezzo minore e comodamente da casa. Ma i negoziati salernitani cosa pensano di questa “provoca- zione”? Iniziativa “scaccia clienti” o metodo utile per incrementare le vendite e contrastare quelle su internet? Giuseppe Saetta, titolare di “Zenzero”, sostiene che la suddetta potrebbe essere un’ini- ziativa utile che va a disincentivare chi vuole entrare nel negozio solamente per provare e per poi andare ad acquistare il medesimo prodotto su internet ma è un’idea che va strutturata meglio. Inoltre il titolare di “Zenzero” evi- denzia come, questa “tassa”, potrebbe essere non accettata da qualche cliente e di conseguenza ci si potrebbe trovare in situazioni poco piacevoli. Luana Senatore, del negozio Vog, invece dichiara: «Mi sembra un’iniziativa abbastanza strana. Capisco la necessità, dato che sono tempi un po’ particolari, con gli acquisti su internet, con le persone che magari vogliono tentare di provare e poi acquistare online però il commerciante, il negoziante, il rivenditore, è questo il servizio che offre. Noi offriamo la possibilità di venire a provare i capi e decidere se ac- quistarli o meno, si tratta di una cosa soggettiva. Non penso – prosegue Luana Senatore – che questa “tassa” incrementerebbe le vendite anche se in un secondo momento venisse restituita; credo che, in primis, sia un qualcosa che potrebbe spaventare l’acquirente e non di certo migliorare situazione. Le vendite online, è inu- tile nascondersi dietro ad un dito, hanno sicuramente influito sulle attività commerciali ma una buona parte della clientela, in generale, preferi- sce andare a vedere dal vivo il prodotto e poi scegliere se riferirsi al negozio di fiducia o, se magari gli dovesse convenire, cercare su internet. Credo che la maggior parte delle persone, almeno per quanto riguarda l’abbigliamento o le scarpe, preferisca ancora il negozio fisico». Piero Lamberti, titolare dell’omonimo negozio afferma: «Potrei essere d’accordo su questa “tassa” ma solo per quanto riguarda l’abbigliamento di alta moda, dato che per capi di 2000 o 3000 euro c’è tanta gente che potrebbe perdere tempo e ne può valere la pena per il negoziante ma per quanto riguarda l’ambito di Salerno penso che non siamo ancora pronti». Antonio Quagliata, titolare del negozio che porta il suo cognome, non condivide l’iniziativa e dichiara: «Credo che in questo modo si allontani il cliente perché, nel momento in cui deve venire a provare qualcosa e gli viene applicata una tassa, succede che costui non lo prova, gira i tacchi e se ne va, perdendo anche la potenziale vendita. Il problema, forse, non è quello della concorrenza sul web ma è altro: secondo me è un’assurdità. Questo non è il modo di contrastare le vendite online, bisogna fare sicuramente altro. Così facendo, inevitabilmente si va a finire col tirarsi la zappa sui piedi scoraggiando la clientela. Le vendite online – conclude Quagliata – influiscono certamente su di un’attività, basti pensare che la vendita di Natale è partita da quando Amazon ha smesso di spedire entro Natale ma questa della tassa non è assolutamente l’idea corretta. Le persone ordi- nano su internet semplicemente per pigrizia, per comodità». C’è anche chi condivide l’iniziativa del commerciante di Sarzana:«Credo che questa iniziativa né allontanerebbe i clienti né incrementerebbe le vendite – afferma Davide De Martino del negozio “Anaclerico Sport Sneakers Club” – però credo che sarebbe una “tassa” giusta dato che le persone di oggi non si rendo conto che potrebbero far “perdere tempo”, non si fanno problemi se il negozio è pieno o meno; se il negozio è vuoto noi ci mettiamo a disposizione, non ci sono problemi, ma ci sono molti che, proprio per provare e per acquistare in un secondo momento online, con un semplice “ci penso”, dopo aver anche provato il prodotto più volte , rischiano di farlo diventare quasi usato».