di Andrea Bignardi
Da sabato scorso, il cielo di Caggiano brilla di una stella in più: è quella che con la presentazione della guida Michelin 2019 si è accesa alla Locanda Severino, ristorante sito in una località ubicata a pochi minuti dalle grotte di Pertosa e dalla Certosa di Padula. A guidare la brigata di una cucina che mira indubbiamente all’eccellenza, in un borgo che già da alcuni anni ha iniziato ad elevare qualitativamente la sua offerta enogastronomica, c’è lo chef Giuseppe Misuriello. Potentino di nascita, con un apprezzato trascorso all’ Antica Osteria Marconi, storico ristorante della sua città di origine, da poco meno di un anno ha iniziato a lavorare presso il ristorante caggianese che da oggi è inserito tra i tredici migliori indirizzi della nostra provincia. Giuseppe, la stella Michelin rappresenta indubbiamente un traguardo ed al tempo stesso un trampolino di lancio verso l’eccellenza: qual è stata la sensazione che hai provato appena appresa la lieta notizia? “Più che un trampolino di lancio penso che si tratti di una attestazione di eccellenza, una meta alla quale tutti di Locanda Severino ambivamo. Sapevamo di avere le carte in regola, di aver lavorato tanto per riuscire a meritarci questo premio. Naturalmente non c’era la certezza e a nostro sfavore giocava anche il poco tempo trascorso tra l’apertura è l’uscita della guida 2019. Si è trattato quindi di una grande emozione e non esagero dicendo che di sicuro è stato il giorno più bello della mia carriera lavorativa.” Da quanto tempo lavori alla Locanda Severino di Caggiano e qual è la mission del locale ove operi? “Il progetto della nuova Locanda Severino è nato alla fine dell’anno scorso quando a seguito della rottura del rapporto lavorativo tra la proprietà è lo chef che la gestiva il ristorante aveva chiuso i battenti. La fortuna ha voluto che io e gli attuali proprietari, Franco e Milena Pucciarelli ci incontrassimo e che quindi nascesse questo nuovo progetto. Abbiamo aperto a metà di aprile: sono bastati pochissimi mesi di duro lavoro per poter raggiungere quest’ambito obiettivo. A novembre, infatti, è arrivata la tanto agognata quanto inaspettata stella.” Cosa significa per te essere l’unico rappresentante, secondo la guida Michelin, della massima eccellenza culinaria nel Cilento e Vallo di Diano? “Penso che oltre a Locanda Severino ci siano tanti indirizzi interessanti e degni di nota nel Cilento. Noi rappresentiamo soltanto una punta dell’iceberg, spero un esempio che possa servire a tutto il territorio per crescere nell’ottica della qualità e dell’ eccellenza gastronomica. In una terra come la nostra che abbonda di produzioni agroalimentari di gran qualità canalizzare i talenti per mettere a frutto proposte culinarie magari inusuali ma al tempo stesso rispettose della nostra gloriosa tradizione può essere un viatico per lo sviluppo di questo territorio.” Credi, sulla base di quanto hai affermato, che questo traguardo possa essere uno stimolo per altri colleghi cilentani che già operano nel settore? “Spero vivamente che il mio traguardo possa essere di stimolo e di riferimento per tanti miei colleghi specialmente più giovani che manifestano lo stesso approccio che ho io verso la ristorazione. Sono entrato per la prima volta nella cucina di un ristorante a 42 anni e con tanto lavoro e tanto sacrificio, in un territorio non particolarmente favorevole per questo tipo di attività sono riuscito a conquistare quello che è il traguardo più ambito dopo soli 6 anni di lavoro. Insomma testa bassa, lavoro, sacrificio e un pizzico di talento e di testardaggine possono portare a risultati favolosi.”