di Redazione Cronache
La Procura di Napoli sta indagando su presunti “traffici organizzati di rifiuti, realizzati nel quadro di una vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche deputate alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania e, in particolare, alla gestione degli appalti dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento affidata alle cure di amministrazioni comunali”. Lo rende noto il procuratore Giovanni Melillo. Vanno dunque avanti gli accertamenti che la Procura partenopea sta effettuando già da tempo per venire a capo della complessa problematica dello smaltimento dei rifiuti. Un problema in verità annoso, che trova la sua più drammatica espressione nella cosiddetta Terra dei Fuochi tra le province di Napoli e Caserta, ma che presenta acute e preoccupanti ramificazioni anche nelle altre province della regione Campania. Tutto questo continua a divenire oggetto di interessamento dei vari protagonisti della politica a tutti i livelli, ma che in Campania risulta ovviamente essere terreno di scontro tra le più diverse forze politiche, di maggioranza e di opposizione, sia che afferiscano alle componenti del Governo e del Parlamento nazionali, sia che facciano riferimento alle forze e coalizioni rappresentate in seno al Consiglio regionale. Anche a livello locale la problematica dei rifiuti pone sul tavolo della riflessione e del dibattito politico delle gravi questioni, soprattutto rispetto alle ingerenze mai eliminate e anzi continuamente rinnovate, da parte della criminalità organizzata. Una presenza di cui tutti sembrano essere a conoscenza, una presenza subdola in alcune circostanze o maggiormente adagiata alla luce del sole in altre. In ogni caso, i magistrati napoletani intendono vederci chiaro nell’intricata mole di dati e di indagini riguardanti la gestione del cosiddetto ciclo integrato dei rifiuti nella regione campana. Nel mirino finiscono i presunti condizionamenti illeciti delle attività che i diversi enti territorialmente competenti pongono in essere riguardo ad un settore, per l’appunto quello della gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani, che nel tempo ha sempre sollecitato gli appetiti insani delle organizzazioni criminali. Tanto è vero che proprio dalla voce gestione rifiuti i clan della camorra ricavano una buona percentuale dei loro guadagni illeciti, una voce importante negli ultimi tempi quasi quanto quella del traffico e dello spaccio delle sostanze stupefacenti e delle estorsioni alle attività produttive. Bisogna dunque risalire ai responsabili di quella “vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche deputate alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania”. Dopo le parole del procuratore Melillo, dunque, potrebbero essere molte le Amministrazioni comunali a tremare, a finire nel mirino di accertamenti e teoremi accusatori da provare.