Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e’ stato assolto dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno nell’ambito del processo Crescent (dal nome del complesso immobiliare realizzato sul lungomare). La sentenza di primo grado e’ stata letta dal presidente Vincenzo Siani dopo circa 8 ore di camera di consiglio. L’esponente del Pd era accusato di falso ideologico, abuso d’ufficio e reati urbanistici per fatti commessi all’epoca in cui era sindaco di Salerno e per i quali la Procura aveva chiesto una condanna a 2 anni e 10 mesi. Scongiurata, dunque, con l’assoluzione, la sospensione dall’incarico che sarebbe scattata per gli effetti previsti dalla legge Severino. La norma, infatti, prevede che una condanna, anche non definitiva, per abuso d’ufficio provoca la sospensione dalla carica di presidente della Regione fino a un massimo di 18 mesi. Insieme con De Luca sono stati assolti anche gli altri 21 imputati. Tra questi figurano anche i consiglieri regionali Luca Cascone, Vincenzo Maraio, Francesco Picarone e Aniello Fiore, il vicesindaco di Salerno, Eva Avossa, l’assessore comunale Domenico De Maio ed il consigliere comunale Ermanno Guerra. Tutti, all’epoca dei fatti, erano in Giunta a Salerno. Assolti, tra gli altri, anche i costruttori Eugenio Rainone e Rocco Chechile. Sono stati i legali Paolo Carbone e Andrea Castaldo a comunicare a De Luca la notizia dell’assoluzione. “Lo abbiamo gia’ comunicato – ha detto Castaldo parlando con i giornalisti – ed e’ contento di questo risultato. In questo momento e’ importante che la giustizia abbia fatto il suo corso. Avevamo fiducia”. Per Castaldo “con questo dispositivo e’ stato provato quello che avevamo sempre cercato di dimostrare con forza e impegno. E cioe’ che non esisteva un disegno criminoso. Gli atti sono stati sempre fatti per il bene della citta’. La vicenda Crescent e’ una vicenda che realizzava interesse pubblico. E’ una pagina della storia salernitana che si chiude in modo positivo”. La vicenda giudiziaria che ha portato all’assoluzione del governatore scaturisce dalla realizzazione del Crescent, il complesso immobiliare a forma di mezzaluna, progettato dall’architetto catalano Riccardo Bofill e voluto dall’allora sindaco di Salerno. L’opera, sin dal principio, fu contestata soprattutto dai comitati “Italia Nostra” e “No Crescent” – poi costituitisi parte civile nel procedimento – tra i primi a denunciare presunte irregolarita’ nell’iter per la realizzazione della struttura. Elementi approfonditi dalla Procura di Salerno (pm Rocco Alfano e Guglielmo Valenti), che aveva puntato l’indice sia sulla cosiddetta ‘sdemanializzazione’, in favore del Comune, dell’area a nord del lungomare cittadino che sui permessi a costruire rilasciati. Nel novembre 2014, il gup del Tribunale di Salerno rinvio’ a giudizio l’attuale governatore della Campania e altre 21 persone, tra cui anche gli assessori che facevano parte della Giunta di Salerno nel 2008, oltre ad ex funzionari della Soprintendenza, imprenditori e tecnici del Comune.
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