Erika Noschese
E’ ufficialmente scaduto il termine per la presentazione di tutti i certificati vaccinali nelle scuole. La novità introdotta quest’anno, infatti, prevede vaccinazioni obbligatorie per tutti gli studenti iscritti all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia, pena l’esclusione. A Salerno, infatti, è ciò che è accaduto presso la scuola dell’infanzia paritaria bilingue, Piccole Orme, di via Luigi Guercio, che si è vista costretta a rifiutare tre bambini perchè non avevano le vaccinazioni previste dalla legge. In questi casi, infatti, la prassi prevede dapprima una sanzione e, successivamente, il rifiuto del piccolo alunno. In alcuni casi, il bambino può essere ammesso a scuola anche senza la vaccinazione ma bisogna poi correre ai ripari entro 30 giorni per evitare l’espulsione. Ad eccezione della scuola dell’infanzia Piccole Orme, a Salerno città non sembrano esserci stati grossi problemi con la novità introdotta dal ministro Beatrice Lorenzin. «Tutti i bambini iscritti sono in regola con le vaccinazioni. Ormai, tutti i genitori sono a conoscenza dell’obbligo della vaccinazione per poter fare l’iscrizione a scuola per l’asilo nido o la scuola dell’infanzia», ha infatti dichiarato la responsabile dell’asilo nido e scuola dell’infanzia paritaria Il giardino dei bimbi, in via Alfonso Guariglia. Lo stesso vale per la scuola materna non statale Arcobaleno del Sorriso, in via Picarielli o la scuola materna Primi Passi, in via Caterina Eugenio solo per citarne alcuni. Molte scuole locali hanno già completato lo screening, prima del termine di scadenza, attendendo così solo il responso dell’Asl di Salerno mentre altre dopo la presentazione delle fotocopie del libretto vaccinale hanno dovuto rifare l’iter in virtù di alcune anomalie riscontrate dall’Azienda sanitaria locale. La procedura standard prevede che i genitori dimostrino di aver effettuato le vaccinazioni o quanto meno di aver preso appuntamento con l’Asl per potersi mettere in regola. Solo in questo caso, il bambino potrà essere ammesso alla scuola dell’infaniza o a quella primaria, senza alcuna sanzione inflitta ai genitori. Regola, questa, che vale per i ragazzi dai 16 anni in poi: in questo caso, infatti, la sanzione può arrivare fino ai 500 euro. Nel caso di studenti minori di 16 anni, invece, è prevista l’esclusione da scuola. Dal canto loro, i dirigenti scolastici hanno di tempo fino al 20 marzo per contattare i genitori che non hanno presentato i documenti necessari e questi, a loro volta, dovranno procedere alla messa in regola entro 10 giorni. In alcune province del salernitano è già caos in quanto, la Campania non rientra tra le regioni che avrebbero aderito alla cosiddetta procedura semplificata, ovvero un contatto diretto tra Asl e scuola per poter accedere all’anagrafe vaccinale, entrando in possesso di tutta la documentazione necessaria. Secondo i dati forniti dall’Asl di Salerno sarebbe lunghissimo l’elenco di studenti che non avrebbero presentato a scuola i documenti sulle dieci vaccinazioni obbligatorie ma i genitori avrebbero provveduto alla presentazione del libretto vaccinale giorni prima della scadenza. Ciò è riconducibile proprio al mancato con- tatto diretto tra Asl e scuola o, come nella maggior parte dei casi, perché l’Asl di competenza non è sullo stesso territorio della scuola, come ad esempio Scafati. La scadenza del 10 marzo è stata fissata dalla legge 119/2018 per la presentazione della documentazione at- testante la situazione vaccinale autocertificata all’inizio dell’anno scolastico. Per agevolare le famiglie italiane, la legge ha previsto ad inizio anno la possibilità di auto- certificare lo stato vaccinale del proprio figlio, consentendo di dichiarare di essere in regola con gli adempimenti, di esserne esonerati o di aver presentato formale richiesta di appuntamento, anche informativo, alle Aziende Sanitarie Locali. Mentre i primi dovranno fornire, entro il 10 marzo, prova della veridicità delle dichiarazioni autocertificate, gli altri avranno tempo fino alla fine dell’anno scolastico per mettersi regola. Purtroppo, però, come già accaduto ad inizio anno, numerosi dirigenti scolastici, interpretando erroneamente il dettato legislativo, si stanno già preparando a provvedimenti di espulsione che avranno solo l’effetto di aumentare le tensioni sociali e il disagio di bimbi e famiglie che si vedranno esclusi dall’esercizio di un diritto fondamentale. Al fine di evitare tali problematiche la “Scuola che accoglie”, un nutrito gruppo di dirigenti scolastici, docenti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario che operano su tutto il territorio italiano all’interno delle scuole, delle università e dei servizi educativi e di formazione, ha avviato una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta ai dirigenti scolastici, ai sindaci, ai responsabili dei servizi educativi per l’Infanzia e a tutti i professionisti del settore scolastico, volta a segnalare le errate e differenti interpretazioni del dettato normativo della citata legge, che rischiano di far nascere una lunga serie di contenziosi, con effetti deleteri su una scuola già afflitta da numerose e più serie problematiche. E’ il caso, ad esempio, di quanto accaduto a diverse famiglie del golfo di Policastro segnlate dalla locale Asl al Tribunale dei Minori di Potenza e che ora rischiano di venir sottoposte anche ad un iter giudiziario.