Andrea Pellegrino
Sempre più forte l’asse fra i caldoriani e l’europarlamentare Fulvio Martusciello. In questi giorni a Bruxelles è presente parte del gruppo che fa riferimento all’ex governatore con Antonio Fasolino e Gaetano Amatruda in testa. Ufficialmente per presentare un dossier sui rifiuti e per un focus sulle eccellenze campane ma, di fatto, per costruire e rafforzare alleanze. Nessuno vuole parlare di correnti e, come un mantra, gli uomini di Caldoro continuano a parlare di un metodo, della necessità di allargare. È infatti eterogenea la delegazione partita da Salerno. Si rivede Vito Busillo e con Stefano Caldoro ci sono, oltre ad Amatruda e Fasolino, il coordinatore cittadino Nuovo Psi di Salerno, Carmine Romaniello, alcuni professionisti salernitani, il commissario Fi di Vietri sul Mare, Davide Scermino, e poi ancora Giovanni Romano. L’ex assessore, in Giunta con Caldoro, ma fuori dalle logiche dello scontro ha presentato il dossier rifiuti al Parlamento europeo ed alla Commissione. Romano e Caldoro hanno incontrato i vertici Ue, gli uomini chiave del settore Ambiente. Hanno sottolineato tutti i difetti e gli errori del nuovo piano regionale ed hanno chiesto di accedere un riflettore sul sito di compostaggio di Salerno. “Una buona pratica europea è oggi diventata una pessima pratica” è il loro ragionamento che auspica “controlli più dettagliati ed interventi ad ogni livello”. Nel pomeriggio la delegazione salernitana ha partecipato all’incontro promosso da Martusciello con l’onorevole Paolo Russo. La presentazione del libro ‘Sua eccellenza la mozzarella’ del parlamentare di Forza Italia è stata l’occasione per un focus sul settore. Ma è sul piano politico che si registra il fermento più forte. Soprattutto in attesa delle politiche. L’alleanza è Caldoro – Martusciello ed è una intesa che vuole pesare a livello salernitano. L’area Caldoro (che ha dentro anche Giovanni Fortunato e Aniello Salzano, fra gli altri) vuole contare di più. La strategia è chiara: recuperare terreno nella provincia di De Luca ed in quella dove Forza Italia è più debole. I diretti interessati smontano ogni ipotesi di corrente. “Non esistono in Forza Italia” dicono e continuano a ripetere, con scarsa originalità, che bisogna allargare. “Salerno non è Repubblica indipendente” qui, loro sussurrano “si deve fare quello che si è già fatto in altre province. Tutte le posizioni politiche devono, cioè, trovare legittimità e spazi”. Ed in effetti qui bisognerà superare il blocco della Carfagna e di Fasano all’arrivo di Martusciello. L’europarlamentare ha ormai un rapporto solido con Armando Cesaro, anche lui a Bruxelles, con Mastella e De Girolamo, con il gruppo irpino. Solo a Salerno ha registrato più difficoltà per la sua attività. Per lui i caldoriani sono ‘apripista’ e per i secondi l’europarlamentare è carta indispensabile per scardinare gli equilibri della fe- derazione di Salerno. Il lavoro del Gruppo Caldoro, un insieme misto di ex socialisti ed ex dc, è partito. Stefano Caldoro ha, anche a Bruxelles e nei contatti con i dirigenti regionali, indicato un modello di governo del partito che prescinde dalla difesa dei suoi fedelissimi. Si deve, secondo l’ex governatore, garantire il lavoro di Enzo Fasano e poi trovare un criterio per gli altri. I voti delle Regionali sono un riferimento. Un riferimento utile per accreditare Fasolino (il più votato in provincia) Fortunato e per altri come Lello Ciccone. Non è nell’area Caldoro ma sarà indicato come una delle soluzioni.Con questa mossa, che prenderà peso nei prossimi giorni, i caldoriani proveranno a confermare la loro intenzione. Allargare su criteri e senza preclusioni.