di Andrea Pellegrino
La Procura di Salerno apre un fascicolo sulla Soget. L’inchiesta è guidata dal pm Cassaniello che ipotizza abuso d’ufficio, omissione e falso ideologico. Per ora il fascicolo è senza indagati ed è stato aperto all’indomani dell’esposto presentato dal Movimento Difesa del Cittadino della provincia di Salerno. Nell’articolata denuncia vengono segnalate le anomalie riscontrate in merito all’affidamento e alla gestione dell’ente di riscossione individuato dal Comune di Salerno dal 2011. Tra queste, «la violazione delle norme procedurali in materia di riscossione. Infatti, la Soget è legittimata alla riscossione, soltanto dopo aver ricevuto il ruolo esattoriale e notificato le relative propedeutiche cartelle esattoriali». Ed, invece, denunciano: «La Soget ha notificato ingiunzioni di pagamento, firmata dal proprio presidente Lina Di Lello e non dal dirigente del Comune di Salerno». Riscossione che, sempre per il Movimento a difesa del cittadino, sarebbe «notevolmente aggressiva nei confronti degli utenti i quali, sebbene debitori di piccoli importi, minacciati dell’iscrizione di ipoteche, di fermo amministrativo e pignoramento delle somme anche presso terzi». La Soget era finita anche nel mirino dell’Anac, dopo un esposto presentato dal consigliere Cardiello per l’affidamento ad Eboli. L’attività istruttoria dell’Anac ha evidenziato alcune problematiche sistemiche che le amministrazioni appaltanti dovrebbero necessariamente considerare. In particolare, l’Anac evidenzia che, con sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato, è stato acclarato che la Soget spa si è contraddistinta per gravi inadempienze nell’esecuzione di un affidamento presso il Comune di Oria. La Società aveva sostanzialmente perso il requisito del codice dei contratti. Dall’attività istruttoria, l’Anac ha, inoltre, appurato che la società ed i suoi amministratori sono stati oggetto di condanne penali, da cui emergono fenomeni corruttivi. Dalla nota dell’Anac si rileva, inoltre, che i fatti relativi ad errori nell’esecuzione di contratti pubblici, che vengono accertati in procedimenti penali, ancorché la sentenza non sia passata in giudicato, ove conosciute, dovrebbero essere considerate dalle stazioni appaltanti ai fini della valutazione dell’affidabilità dell’azienda. Anche per la vicenda Salerno, i consiglieri comunali d’opposizione Celano e Russomando, hanno scritto ad inizio anno a Raffaele Cantone. Di recente anche il Ministero dell’Interno si è espresso, sposando la tesi dell’anticorruzione. Ora in merito all’affidamento del Comune di Salerno, si sono accesi i riflettori della Procura della Repubblica.