PAGANI. Il borsone nel calcetto nel gargage, il nipote si addossa le responsabilità per la droga e le armi contenute ma il trubunale ritiene che sia colpevole anche lo zio. Condannato a due anni e sei mesi direclusione il 57enne Salvatore Olivieri, fratello del più noto boss Giuseppe, “Peppe Saccone”, ucciso nella guerra di camorra degli anni Novanta.
Il 10 marzo del 2015, Salvatore Olivieri e l’allora 21enne nipote Aniello D’Auria, entrambi di Pagani, furono fermati dalla squadra mobile. In un’officina-deposito già alla “Lamia”, tra via Matteotti e via Amendola fu rinvenuto un borsone all’interno del quale erano custodite due pistole tipo revolver, una cali bro 357 e l’altra calibro otto, circa 600 cartucce di vario ca libro, un caricatore per mitra- glietta completo di cartucce, un caricatore per pistola 7.65, un coltello a serramanico ed un silenziatore per pistola di fabbricazione artigianale. In un’abitazione, inoltre, furono trovatio circa 100 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, materiale per la lavorazione ed il confezionamento delle dosi. La responsabilità sarebbe dovuta ricadere tutta sul nipote ma i giudici non hannocreduto all’innocenza dichiarata dello zio.