di Andrea Pellegrino
La Provincia di Salerno è una delle più indebitate d’Italia. E’ quanto emerge dalla relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali (esercizio 2015) pubblicata ieri dalla Corte dei Conti. Nel 2015, secondo le tabelle, l’amministrazione provinciale di Salerno conta debiti fuori bilancio riconosciuti per oltre 2 milioni e 700mila euro e si posiziona nella classifica come una delle peggiori sotto il profilo finanziario. Tra i comuni, invece, con “dissesto in corso” al 30 novembre 2016, spunta, in provincia di Salerno, quello di Montecorvino Pugliano. Dall’analisi dei dati emerge che la Regione in cui si registra il maggior numero di Comuni in disavanzo effettivo eÌ la Campania con 19 Enti che, complessivamente, sommano 844 milioni di euro circa di squilibrio. Duecentoventisette, invece, i Comuni che, pur avendo chiuso l’esercizio 2014 con un avanzo di amministrazione, presentano fondi vincolati, fondi di finanziamento spese in conto capitale, fondi di ammortamento e debiti fuori bilancio non ripianati nell’esercizio e/o contratti ma ancora da riconoscere, di importo superiore all’avanzo dichiarato, l’analisi dei dati ha evidenziato uno squilibrio complessivo che ammonta a 409 milioni di euro. Tra questi c’è anche il Comune di Salerno e quello di Camerota. Quanto alla relazione generale, il quadro della situazione della finanza di Province e Città metropolitane risulta connotato da persistenti criticità sul versante delle entrate, soprattutto con riferimento al gettito derivante dalle entrate proprie. L’analisi della spesa evidenzia, rispetto al 2014, un incremento degli impegni assunti sulla competenza del 22,86%, riferibile soprattutto alla crescita della spesa per gli investimenti (per effetto, anche, dei maggiori spazi finanziari creati dalla riduzione dell’indebitamento e, quindi, della spesa per il rimborso dei mutui) e meno alla dinamica della spesa corrente (in aumento del 12,63%). Evidenziano un andamento in flessione gli impegni di spesa per il personale (-9,53%) e per l’acquisto di servizi (- 2,11%). Ulteriori approfondimenti sono stati dedicati alla c.d. “operazione sblocca debiti”, con analisi dei dati acquisiti dalla Cassa depositi e prestiti, ed alla gestione in forma associata delle funzioni da parte dei Comuni, sulla base dei certificati di conto consuntivo di un campione significativo di Unioni di Comuni. La seconda parte della relazione, che analizza gli indicatori di stabilità finanziaria del settore sulla base degli andamenti complessivi degli equilibri finanziari, evidenzia una situazione di progressiva sofferenza dei Comuni e, soprattutto, delle Province e delle Città metropolitane. Nella medesima ottica è stata svolta anche un’attenta analisi con riguardo al patto di stabilità per il 2015, nella sua ultima applicazione prima del passaggio alla diversa regola fiscale del pareggio di bilancio; in tale ambito, dai dati a consuntivo risultano inadempienti 150 Comuni e 64 Province. Di interesse anche i primi esiti riferiti al monitoraggio del rispetto del pareggio alla data del al 30 settembre 2016, che ha evidenziato criticità nel livello di osservanza, di relativa significatività, considerato che i dati a consuntivo normalmente modificano gli andamenti infrannuali. L’andamento dei debiti fuori bilancio, nell’esercizio 2015, registra una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. Nei Comuni, l’importo dei debiti fuori bilancio riconosciuti si è ridotto da 766,4 a 653,3 milioni di euro (-8,5%); nelle Province e nelle Città metropolitane, è passato da 66,1 a 63,6 milioni di euro (-9,6%). Dall’analisi dei risultati di amministrazione 2015, in controtendenza rispetto al biennio precedente, emerge un considerevole aumento del numero di Enti in disavanzo in larga parte attribuibile all’applicazione delle regole della contabilità armonizzata. L’importo complessivo del disavanzo (al netto dei debiti fuori bilancio) ammonta, nei Comuni, a circa 4.004 milioni di euro; nelle Province e nelle Città metropolitane, è pari a 121 milioni di euro.