La Campania può diventare «un modello e un’esperienza italiana» per affrontare la crisi che è ancora «durissima». Ne è convinto il presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, commentando in un video postato sul suo blog i primi segnali di blocco della recessione registrati dal ministero dell’Economia e dagli istituti di ricerca. «In quelle che erano le zone più dimenticate – ha detto Caldoro – quelle che erano l’origine della crisi più di altre, in particolare il Mediterraneo, il nostro Mezzogiorno, noi vediamo qualche segnale positivo, in controtendenza».
Territorio complesso
In Campania, una regione giudicata «la più complessa e difficile e che paga tanti errori commessi negli anni precedenti, dall’oggettiva complessità e la più grande regione del Mezzogiorno, si trovano degli elementi particolarmente positivi. Un tessuto di piccole e medie imprese che sull’export è competitivo». Un successo «merito delle imprese, ma anche delle azioni che abbiamo, con caparbietà, voluto mettere in campo. Abbiamo avuto fiducia nel nostro sistema, mettendoci al loro servizio potenziando – ha sottolineato Caldoro – il sistema delle reti, guardando agli aspetti internazionali, costruendo l’eccellenza, focalizzando gli interventi di sostengo alle imprese, creando quel clima con le forze sociali ed economiche necessario a garantire quel lavoro di squadra utile per la ripresa».
Segnali sull’export
Il presidente Caldoro ha poi evidenziato i «primi segnali positivi» sull’export registrati dalla Campania sottolineando «il grande lavoro che abbiamo fatto per produrre un’inversione di rotta» evidenziando tre esempi: quelli di Alenia Aermacchi, Fiat e Fincantieri «emblematici di come ci poteva essere da una parte il fallimento e dall’altra la ripresa e la fiducia. Appena mi sono insediato sono venute a consegnarmi, di fatto – ha ricordato Caldoro – la chiusura della produzione o una fortissima riduzione degli stabilimenti e della mano d’opera. Abbiamo dimostrato che in Campania, al Sud – ha evidenziato – le cose si possono fare, con una buona amministrazione con le idee chiare, e mettendo insieme tutti gli attori, senza gelosie, con caparbietà, giorno dopo giorno, senza fare annunci, ma portando solo i risultati a conoscenza dei cittadini».
Ripresa a Pomigliano
Dopo tre anni «abbiamo riaperto lo stabilimento della Fiat di Pomigliano», dove «ancora non sono rientrati tutti i lavoratori, ma sono più del 50 percento. Più di duemila lavoratori hanno ripreso il lavoro ma, soprattutto, Pomigliano è il più moderno stabilimento del gruppo Fiat in Europa con quasi 700 milioni di investimento dell’impresa, quello stabilimento che doveva chiudere oggi è una meraviglia in Europa».
Il “caso” Fincantieri
Per quanto riguarda Fincantieri, Caldoro ha aggiunto: «Con i lavoratori che hanno fatto grandi sacrifici, con l’azienda, abbiamo varato un secondo pattugliatore. Ora c’è un’altra commessa, quel cantiere continua a costruire navi e i lavoratori continuano a stare sul cantiere». Infine, è stato inaugurato, lo scorso luglio, il sito ‘ristrutturato’ di Alenia a Nola, «uno degli stabilimenti che ha ripreso la produzione. Con grande efficacia, abbiamo tolto i rami secchi, abbiamo lavorato anche con coraggio per togliere i livelli di produzione che non funzionavano. Quando si ha una commessa – ha aggiunto il presidente – bisogna rispondere a quella commessa con prezzi competitivi e nei tempi certi, perché gli aerei non aspettano, la componentistica non aspetta in Europa, oggi siamo diventati un’eccellenza». «Siamo riusciti a potenziare quegli impianti, la Campania è diventata il centro degli investimenti per il settore aeronautico e aerospaziale italiano».