di Andrea Pellegrino
Ci sarebbe una denuncia di un gruppo di partecipanti al concorso d’idee, alla base dell’inchiesta su Colle Bellaria. Parametri non rispettati e le motivazioni della giuria sarebbero stati al centro dell’esposto firmato da un gruppo di architetti che aveva partecipato al concorso di idee che prevedeva la riqualificazione paesaggistica di Colle Bellaria, meglio noto come Masso della Signora e la realizzazione della nuova antenna per le telecomunicazioni. Secondo il bando, al vincitore è andato il premio di 12mila e 500 euro; al secondo classificato 4500,00 euro ed infine al terzo 2500,00. Ma il progetto realizzato dal Comune di Salerno in collaborazione con NewItalianBlood sarebbe, al momento, lettera morta. Ed ora anche sotto i riflettori dell’autorità giudiziaria. La vicenda Colle Bellaria parte, però, da lontano. Dalle perplessità dell’ex assessore Fausto Martino, fino alle denunce di Fausto Morrone. Secondo la ricostruzione dei fatti, sventata l’ipotesi delle villette (trasformatesi in torri nei pressi dell’Arechi ad opera di Nicodemo), si è passati all’idea di riqualificare la zona attraverso un concorso d’idee. Ma anche quest’ultimo tentativo sarebbe ora finito, attraverso un esposto, all’attenzione della Procura di Salerno. Concorso d’idee che tra l’altro farebbe parte di un ben più ampio progetto che l’amministrazione comunale nel 2014 ha candidato anche ad un finanziamento europeo. “Architettura – Economia – Territorio (tra) Genius Loci e Incontri Internazionali” – Concorso di idee “Parco del Colle Bellaria e Antenna/Landmark per Salerno” il titolo del progetto approvato dall’allora giunta De Luca e poi concretizzato attraverso una determina dirigenziale del 22 settembre 2014. Circa 300mila euro la somma che compare nel piano finanziario stilato dall’amministrazione in sinergia con i partner “Effetti collaterali” e “NewItalianBlood”. Circa 30mila euro la somma destinata al concorso per la riqualificazione del parco. Mille euro, invece, il compenso dei componenti della commissione che hanno preso parte al concorso. Atti che ora sarebbero finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura.