Scafati. Aliberti fa litigare i suoi e intanto tratta con IS. Barchiesi si sfila - Le Cronache
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Scafati. Aliberti fa litigare i suoi e intanto tratta con IS. Barchiesi si sfila

Scafati. Aliberti fa litigare i suoi e intanto tratta con IS. Barchiesi si sfila

Di Adriano Falanga

Cambiare tutto, per non cambiare niente, o in alternativa accontentare Identità Scafatese. “La nostra posizione non cambia” fanno sapere Stefano Cirillo e Bruno Pagano “una cosa è l’eventualità di votare un loro provvedimento in consiglio comunale, un’altra cosa è rientrare in maggioranza”. Insomma, la separazione è sancita, soltanto che le parti in causa hanno optato per la “consensuale”, tenendo morbidi i rapporti. Aliberti però non molla, e nel mentre mette a discutere la sua nuova maggioranza sui nomi da indicare per la ricomposizione di giunta e cda Acse, continua a incontrare delegati di Identità Scafatese. Questo lascia pensare che la giunta sarà a sei componenti, così come da “accordo non sottoscritto”, e che a capo della prima partecipata ci sarà un nome di professionalità e competenza gradita anche dai tre dissidenti. E’ il male minore, perché i numeri sono risicati, e l’equilibrio consiliare è 12-12. Non può esserci una maggioranza in cui l’ago della bilancia è rappresentato dal voto del primo cittadino. Tutto questo però scontenta Brigida Marra e Diego Del Regno, che con gli ex colleghi hanno preferito la strada dell’orgoglio e della presa di posizione decisa. “A volte perdere quello che si voleva salvare può essere la vera salvezza” ha scritto Del Regno sulla sua pagina Facebook. I due, in gruppo con Teresa Formisano e Carmela Berritto, rappresentano il nocciolo duro degli alibertiani, i “duri e puri”, coloro che non hanno voluto firmare l’accordo perché ritenuto “l’ennesimo”, quasi a ritenerlo come arma di ricatto politico. La prima riunione, in cui si è avuto il battesimo di Michele Raviotta e Filippo Quartucci, è stata molto formale e conviviale. Giusto il tempo di fare le presentazioni ed esporre i rispettivi buoni propostiti, poi il primo cittadino ha invitato ufficialmente i suoi consiglieri ad aprire le consultazioni per le nomine. Una giunta a sei equivale, oggi, a dare la buonuscita ad un assessore. Facile prevedere l’addio di Antonio Pignataro, unico non eletto nell’esecutivo, difficile diventa la scelta del successore. Aliberti per superare lo scoglio bilancio ha promesso un posto in giunta a più pretendenti, tra cui Formisano, Marra, Casciello (o chi per esso) Carotenuto. Una poltrona promessa anche al gruppo Pdl di Coppola e Vitiello (che hanno notoriamente rifiutato). Non si sbottona il Cotucit, ancora alle prese con le mille polemiche che hanno accompagnato la scelta di passare in maggioranza votando il rendiconto 2015. Raviotta ha chiesto ai nuovi colleghi la possibilità di organizzare un evento, dove presentare la nuova squadra alla città e rilanciare l’amministrazione.

2-roberto barchiesiIntanto rischia di diventare una cosa seria la presa di distanza di Roberto Barchiesi. Il civico, che in una prima fase ha sposato la battaglia di IS, seppur votando il bilancio resta in una posizione “borderline”, tenendosi volutamente fuori da ogni discussione. Lunedi sera non era presente alla riunione. “Non mi reputo indipendentemente – chiarisce Barchiesi – intendo partecipare a riunioni dove gli argomenti all’ordine del giorno siano gli Accordi di programma con la Regione, il Puc, l’erogazione e la razionalizzazione delle prestazioni sociali, la spending rewiew”. Insomma, non intende far parte della discussione sul nuovo riassetto politico della sua squadra. “Premetto che il riequilibrio politico è un atto dovuto, solo non sono interessato, non ho nomine da sponsorizzare, o nicchie di potere da conquistare e difendere. Io ho votato il bilancio perché ho chiesto al Sindaco un segnale di rottura, non perché mi fossi accordato. Tutto qui”. Barchiesi non ha mai nascosto la sua posizione critica sull’ingresso di Raviotta in maggioranza, e averlo accettato, non significa averlo condiviso. Ad ogni modo, Aliberti è tornato quello di prima, ed è pienamente consapevole che la discussione tra i suoi consiglieri non porterà mai alla condivisione piena delle nomine da farsi, provocando una rottura, a cui lui, come sempre accade, metterà una pezza.

LA COMMISSIONE D’ACCESSO RESTA ANCORA ALTRI TRE  MESI

1 scafati 20160322_094159Resteranno: è di ieri il protocollo ufficiale arrivato via Pec dalla Prefettura che comunica alla segretaria Immacolata Di Saia ed all’ufficio del gabinetto del sindaco che la commissione d’accesso resterà al Comune per altri 90 giorni. Una decisione che è arrivata ufficialmente solo lunedì a Palazzo Meyer attraverso la Pec.Intanto l’inchiesta non può che proseguire sebbene sia quasi un mese che dei commissari non ci sia nemmeno l’ombra. La commissione di indagine guidata dal viceprefetto Amendola nelle ultime settimane ha attenzionato in modo particolare l’Ufficio Urbanistica. Secondo i ben informati la teoria ipotizzata dagli inquirenti ministeriali ipotizzerebbe l’uso dell’ufficio urbanistico e di conseguenza anche il settore ad esso connesso della polizia locale, come mezzo per indirizzare alcuni controlli e di conseguenza pressioni nei confronti di vari consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, fatti che sarebbero avvenuti soprattutto nel periodo della decadenza. I commissari avrebbero già un quadro completo della situazione che riguarda l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pasquale Aliberti mancherebbero pochi dettagli per chiudere la “pratica” Scafati. I capitoli partecipate ( Acse, Scafati Sviluppo, Cfi, Scafati Solidale) sarebbero già ben definiti, sarebbe ben definito anche il quadro che riguarda la possibile sudditanza o l’autonomia dei dirigenti nei confronti della classe politica . Nei prossimi giorni anche il settore avvocatura potrebbe essere oggetto di uno screening analogo a quello del settore urbanistica. La proroga dovrebbe riguardare solo alcuni dei secondi e ultimi 90 giorni a disposizione. I commissari contano di poter consegnare la relazione entro la metà di luglio, a quel punto il Prefetto invierebbe il fascicolo al Ministero degli Interni a cui spetta l’ultima parola.

Gennaro Avagnano