Scafati. Arriva la truffa della finta intervista televisiva. Ecco come funziona - Le Cronache
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Scafati. Arriva la truffa della finta intervista televisiva. Ecco come funziona

Scafati. Arriva la truffa della finta intervista televisiva. Ecco come funziona

Di Adriano Falanga

E’ stata la fortuna ad evitare che un’anziana signora finisse vittima di una truffa alquanto singolare, diversa da quelle comunemente diffuse. “Scusi, possiamo farle alcune domande per un‘intervista sulla qualità della vita dei pensionati?”. E’ così che è partita la truffa ai danni della signora Anna, scafatese di 66 anni. E’ martedì mattina, Anna è di ritorno dal mercato settimanale, ha con se qualche busta della spesa. Abita in via Martiri D’Ungheria, ed è qui che viene avvicinata, in pieno giorno, da una coppia di ragazzi sorridenti. “Scusi signora, siamo di una tv locale, possiamo farle alcune domande per un servizio sui pensionati?”. A porre la domanda è una ragazza sui trent’anni, mora, “decisamente a modo” riferirà l’anziana. Il ragazzo che è con lei tira fuori una videocamera digitale per le riprese. “Mi fanno un sacco di domande, mi chiedono come riesco a tirare avanti fino a fine mese, con la mia sola pensione. Spiego loro che sono una insegnante in pensione, e ho casa di proprietà. Questo mi permette di riuscire a quadrare i conti”. L’intervista avviene in pubblico, lei tiene in mano un microfono, lui la videocamera. “Non ho motivo per insospettirmi, siamo all’aperto, la gente passa. Mi sembrano molto interessati alle mie risposte – spiega ancora l’ex insegnante – mi chiedono cosa penso del Governo, se sono preoccupata del futuro dei miei nipoti, se sono soddisfatta dell’assistenza sanitaria e dei servizi pubblici locali”. Insomma, nulla che possa accendere nella signora Anna il minimo dubbio. E una volta conquistata la sua fiducia, tra una domanda e l’altra, la vittima ignara non si rende conto di aver detto alla coppia di finti giornalisti il suo nome e cognome, l’indirizzo, il codice fiscale e il numero di telefono. O meglio, prima che lei possa rendersene conto, sono i truffatori a farglielo presente. “Lei è stata davvero gentile, una persona molto disponibile e attenta alla realtà che la circonda – le fanno i due – i suoi dati ci servono per la liberatoria a mandare il servizio in onda e il numero di telefono per poterla avvisare, tramite sms, del giorno in cui sarà trasmesso il servizio”.

1-via martiri d'ungheriaLa signora oramai già pregusta l’attimo in cui potrà rivedersi in tv, e firma una serie di documenti affinché possa autorizzare al “trattamento dei dati personali, la cessione dei diritti di immagine e l’autorizzazione a mandare in onda il servizio” aggiunge ancora la donna. Firmato il tutto, i due se vanno con la promessa che l’avrebbero chiamata presto per comunicarla la messa in onda del servizio. Sabato mattina la signora Anna riceve una telefonata: “era un noto corriere che mi avverte di una consegna a mio nome. E’ un baule di biancheria mista dice, da pagare in contrassegno, come da accordi con il mittente”. Sono circa 800 euro di merce, e a salvare la donna è l’errato indirizzo di spedizione sulla bolletta, che ha spinto il facchino a telefonare prima della consegna. “Ho così avuto modo di realizzare il tutto, capire di essere stata truffata – l’amara sorpresa di Anna – ovviamente ho subito detto al ragazzo al telefono che non avevo mai ordinato nulla e che probabilmente qualcuno mi aveva spinto con l’inganno a firmare un contratto d’acquisto”. La coppia di pseudo giornalisti aveva male trascritto l’indirizzo, ed è stato questo a far sì che la signora, avendolo saputo per tempo debito, riuscisse a bloccare la consegna, rispedendola al mittente. “Voglio proprio vedere adesso chi avrà il coraggio di chiamarmi” ammonisce l’anziana pensionata. Forse sarebbe stato meglio ricevere quel pacco, così da capire chi fosse il mittente ed eventualmente sporgere una denuncia, ma la donna ha preferito desistere, dicendo di essere certa che nessuno reclamerà la mancata consegna. “E’ il motivo per cui ho chiamato voi – ci dice – così da scoraggiare chi eventualmente volesse riprovarci e rendere pubblico il tentativo di raggiro”. Come a dire: pensionato avvertito, mezzo salvato. Occhio all’intervista.

TRUFFE IN CRESCITA, ECCO QUALI SONO E COME DIFENDERSI

2-anzianiSolo un caso fortuito ha evitato la truffa ai danni dell’anziana signora Anna, ma a molti altri non sempre è andata bene. Le truffe agli anziani sono molto più frequenti di quelle che poi finiscono per essere raccontate sui giornali, perché spesso, molto spesso, le vittime preferiscono non sporgere denuncia ed evitare che il fatto venga reso pubblico. Le truffe possono essere di vario tipo, in casa il rischio è di cadere in un tranello, aprendo la porta agli sconosciuti (finti tecnici del gas o della luce che dichiarano di dover controllare alcuni tubi, venditori porta a porta, falsi amici di figli o di parenti); in strada (falsi intervistatori, falsi impiegati di banca o della posta che attendono il momento opportuno per rapinare la pensione appena ritirata); su internet (mail che annunciano una vincita sicura o premi fasulli in seguito ad un sorteggio o che chiedono dettagli personali, acquisti on line) o su telefono (televendite, telemarketing). Il problema è che spesso questi truffatori rimangono impuniti, grazie al fatto che l’anziano truffato tende a cadere in depressione e a non sporgere denuncia per vergogna o per timore di essere rimproverato dai propri familiari. È invece importantissimo segnalare alle forze dell’ordine truffe e furti o loro tentativi e quindi dare la possibilità di intervenire e di fare al tempo stesso prevenzione, perché così si possono individuare i malfattori, che quasi sempre agiscono secondo un copione noto e ripetitivo, che punta a carpire la fiducia delle vittime. E molto spesso ci riescono, perché i furbetti si presentano ben vestiti, curati nell’aspetto e nel linguaggio. Sono quasi sempre in coppia, perché si dividono i compiti, mentre uno distrae la vittima, l’altro agisce. Sono astuti, perché hanno sempre con loro moduli su carta intestata, tesserini di riconoscimento. Sanno bene di cosa parlano, e mai appaiono titubanti. Ostentando sicurezza, sanno di essere agevolati nel riscuotere subito fiducia. Come difendersi? Innanzitutto mai mostrare a nessuno le proprie bollette delle utenze di casa: corrente elettrica, telefonia, gas. Mai firmare nulla, senza la presenza di una persona di famiglia che abbia letto e compreso tutto. E quando si presentano adducendo scuse del tipo “siamo amici di un vostro parente” oppure “dobbiamo consegnare un pacco per conto di vostro figlio” non pagare mai nulla senza aver preventivamente telefonato all’interessato. L’ideale sarebbe non aprire la porta a sconosciuti, meglio apparire scorbutici che essere simpaticamente vittime di truffa.