Di Adriano Falanga
Gli alibertiani sono spaccati tra loro, e l’imminenza del voto al Consuntivo 2015 necessita invece di equilibrio, ma soprattutto di 13 voti. Pasquale Aliberti potrebbe giocarsi la carta del sostegno esterno del gruppo Cotucit di Michele Raviotta e Filippo Quartucci, ma ammesso riesca ad avere i loro voti, bisognerà poi vincere le resistenze della maggioranza, convinta in gran parte che la squadra di governo debba restare quella espressa dal voto nel 2013. E poi, per quale motivo il Cotucit deve votare un rendiconto di un bilancio sul quale non ha partecipato? E per di più in deficit strutturale? Da qui l’intermediazione di Giancarlo Fele con Pasquale Coppola. Il vicesindaco ha cercato di convincere il presidente del consiglio a votare il Rendiconto, provando ad offrirgli “valide” alternative. La politica, si sa, è compromesso e Coppola non ha mai nascosto di avere ambizioni a gestire, anche indirettamente, la partecipata Acse. Una trattativa poco convincente però, del resto, lo stesso Fele che fa da mediatore, non ha votato in Giunta (per assenze giustificate) sia il Consuntivo, sia il bilancio di previsione 2016, e nessun’altra delibera sul tema. “Perché assumermi questa responsabilità, quando neanche ho partecipato all’amministrazione della città, dopo che lo stesso sindaco mi ha messo fuori?”, è quanto avrebbe ripetuto ai suoi fedelissimi Coppola. Respinge al mittente ogni voce e pettegolezzo il capo dell’Assise: “Nessun accordo sottobanco, nessuna spartizione di incarichi o poltrone. La mia attività politica e istituzionale è sempre stata contraddistinta dalla trasparenza e dalla correttezza”. Conferma di aver incontrato il primo cittadino, e ribadisce le sue condizioni: “Nessun ragionamento politico è possibile, se a monte di tutto non vi siano state le dimissioni del sindaco. Ribadisco ciò che ho già spiegato ad Aliberti: Bisogna azzerare ogni organo e ogni ente, oltre alle dimissioni, per aprire una riflessione sul futuro politico del centrodestra”.
Coppola guarda al dopo, ed esclude qualsiasi sua partecipazione all’amministrazione Aliberti: “dopo che lo stesso primo cittadino ha voluto escludermi dalla maggioranza, nonostante l’elettorato mi avesse voluto al governo della città, il mio ruolo in questa consiliatura resta esclusivamente istituzionale”. La settimana scorsa l’ex alibertiano ha incontrato il sindaco, e in questa circostanza gli avrebbe chiesto le dimissioni quale prerogativa per aprire una riflessione politica futura. Secondo Coppola questa tesi sarebbe stata avallata anche da alcuni componenti di maggioranza. Dal canto suo Aliberti avrebbe risposto: “Se mi dimetto, la decisione sarà irrevocabile” e al nostro giornale ha poi confermato che l’ipotesi potrebbe essere concretizzata se davvero fosse stata avanzata anche dalla sua maggioranza. Ma oltre Giancarlo Fele e Alfonso Carotenuto nessuno ha sposato l’idea, più che altro però per timore che per reale convinzione. Votare il pre dissesto è un’assunzione di responsabilità, e gli alibertiani hanno deciso di partecipare in prima persona, con il ragioniere capo Giacomo Cacchione, all’individuazione delle voci di costo da eliminare o smussare. Una politica di tagli che preoccupa Coppola: “Sono molto preoccupato per il pre dissesto accertato sul rendiconto 2015, la città rischia una dura politica di tagli e risparmi. Mi auguro che non vengano penalizzati i servizi sociali ed essenziali e soprattutto la regolare manutenzione della cosa pubblica. Io tifo solo per la città di Scafati”.