Decesso Casanova: i carabinieri del Nas portano via, dalla sala operatoria del ‘Ruggi’, i reperti chirurgici che saranno esaminati da una equipe medica nominata d hoc dalla titolare dell’inchiesta. La dottoressa Elena Guarino ha disposto il sequestro dei ‘resti organici’ della 56nne di Atrani, Palmira Casanova, deceduta sabato scorso per una presunta perforazione dell’intestino. Intervento eseguito in urgenza dopo un primo per cisti. Dunque, la donna, tra l’ospedale di Castiglione di Ravello e quello del capoluogo, il ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ avrebbe trovato la morte per presunta imperizia. Che va provata. Così, la delicatezza della vicenda non ha ancora visto partire nessun avviso di garanzia per quanti, a vario titolo e ruolo, hanno visitato la donna. Non è stata fissata neanche la data dell’autopsia. Il pm vuol vederci chiaro e andare a fondo tanto da nominate una equipe di medici specializzati che dovranno esaminare i ‘reperti’ organici. Focus anche sulla cartella clinica che la Guarino sta passando sotto la lente di ingrandimento. Nessun particolare viene trascurato. Ascoltati, infatti, nella giornata di ieri anche molti familiari. Per il resto le bocche restano cucite. In contemporanea i carabinieri del Nas passano al setaccio ogni minimo particolare legato al decesso, avvenuto sabato scorso al ‘Ruggi’ di Salerno, di Palmina Casanova di Atrani. I provvedimenti arriveranno, ovviamente. Nelle prossime ore, con ogni probabilità. Il pm ha parlato a lungo con i carabinieri chiedendo loro di non tralasciare nulla dagli ospedali di Salerno e di Castiglione di Ravello. Ma cosa era accaduto? La 56enne commerciante della Costiera amalfitana era stata ricoverata nei giorni scorsi al Ruggi per un intervento di routine: la rimozione di alcune cisti alle ovaie. Dopo essere stata dimessa la donna ha iniziato ad avvertire forti dolori. Dalla sua abitazione ad Atrani è stata condotta prima all’ospedale di Ravello e poi nuovamente al Ruggi. Qui le è stata diagnosticata una peritonite ed è stata sottoposta a un nuovo intervento. La donna purtroppo non ce l’ha fatta e adesso si indaga sulle cause del decesso. Secondo una prima ricostruzione pare che la peritonite fatale sia stata provocata dal primo intervento. Durante la rimozione delle cisti alle ovaie pare sia stato perforato l’intestino. Una vicenda che ha riacceso i riflettori sull’azienda di via San Leonardo da oltre un anno al centro di polemiche e inchieste. Assenteismo, mazzette in neurochirurgia, primari denunciati. Scandali che riescono ad offuscare le tante eccellenze dell’azienda che può contare su tanti professionisti seri e onesti. Intanto si indaga sul decesso mentre si pensa anche di trasferire il comando dei carabinieri del Nas all’interno dei locali del ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ quale sinonimo di tutela e sicurezza. Ovviamente, qualcuno ha storto il naso non condividendo l’idea.
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