Di Adriano Falanga
Non è un buon periodo per il Comune di Scafati, ma non lo è neanche per la sua prima municipalizzata, l’Acse. L’azienda che gestisce i servizi esterni in house, quali la raccolta dei rifiuti, i servizi cimiteriali e i parcheggi a pagamento, vanta un credito enorme nei riguardi del suo primo cliente: il Comune di Scafati, che è anche unico socio. Una situazione finanziaria che lo stesso cda definisce “critica”, tanto da rischiare seriamente e concretamente di dover sospendere, o ridurre drasticamente alcuni servizi essenziali, quali lo spazzamento stradale e la raccolta dell’umido. Al 14 marzo l’Acse presenta un saldo a credito nei confronti del Comune di Scafati di quasi 5,5 milioni di euro. Una cifra non indifferente, se si considera che l’intera struttura ha un costo di gestione complessivo che ruota intorno agli 11 milioni di euro, mentre il solo servizio della raccolta e smaltimento rifiuti costa sugli 8,5 milioni di euro. Numeri che mostrano chiaramente la possibilità di una interruzione del servizio, se non, nella peggiore delle ipotesi, addirittura il fallimento. E così crescono i debiti nei confronti di fornitori ed enti. Nel dettaglio, l’Acse al 31 dicembre 2015 ha verso i fornitori un debito di 1,5 milioni di euro, mentre un altro milione di euro sono debiti verso gli enti previdenziali e agenzia delle entrate. A questi si aggiunge un avviso dell’Agenzia delle Entrate per mancati o parziali pagamenti di Iva, Ires di euro 280 mila. Sono da pagare anche le mensilità di dicembre e gennaio delle ritenute sul lavoro dipendente (156 mila euro), contributi Inps e Inail (270 mila), debiti verso Fonchim (fondo pensione integrativa, quote Tfr: 83 mila euro), ritenute sindacali per 4 mila euro e ben 60 mila euro di buoni pasto al personale dipendente non corrisposti dal mese di agosto 2015. “Una difficile situazione finanziaria pregressa – scrive il presidente della partecipata Eduardo D’Angolo nel verbale del 15 marzo – a cui si aggiungono le basse rate mensili versate dal Comune di Scafati che coprono a malapena un quarto del minimo indispensabile per assicurare la copertura delle spese vive correnti”.
Il cda nella sua relazione è chiaro, e sottolinea che “non si potrà andare lontano senza poter scongiurare il blocco di alcune attività, quali lo spazzamento stradale e la raccolta dell’umido”. Secondo i vertici la società ha necessità di circa 800 mila euro mensili per coprire la spesa corrente, di contro Palazzo Mayer versa mensilmente (nel 2016) poco più di 200 mila euro. Un flusso mai costante e in discesa, in quanto nel 2013 erano 850 mila euro, scesi poi nel 2014 e 2015 a 600 mila. Un’irregolarità nei pagamenti che non solo mette a serio rischio i servizi resi dall’Acse, ma addirittura contribuisce paurosamente ad innalzare il debito che il Comune ha verso la sua partecipata. Questo perché, come da contratto tra l’Ente e l’Acse, le fatture devono essere pagate entro 30 gg dalla consegna. Un termine molto corto, che ha creato, nel solo 2015, un ulteriore debito di quasi 300 mila euro. L’Acse al suo debitore applica un interesse del 8,05%. Una somma che potrebbe scendere, su volontà della stessa Acse, a 134 mila euro, pari agli oneri finanziari vivi e alle sanzioni sostenute dalla società durante l’esercizio appena chiuso. Batte cassa la municipalizzata, e per far fronte alle difficoltà il cda ha deliberato una serie di misure: pagare in via prioritaria gli oneri dovuti all’Erario laddove si prefigurano responsabilità di ordine penale; pagare il salario ai dipendenti e il Fonchim (Tfr); pagare i fornitori contemperando il criterio della cronologia dei debiti con quello della necessità di garantire la continuità dei servizi erogati da parte dei fornitori correnti dell’azienda. Per poter attuare queste soluzioni tampone, l’Acse ha chiesto al suo socio debitore di garantire rimesse mensili medie non inferiori ai 600 mila euro. A breve sarà pubblicato il Bilancio, in base al quale Palazzo Mayer andrà a determinare l’importo della Tari 2016, che, ricorderemo, a Scafati è la più alta dell’intera provincia. Chiaramente, tutte queste insolvenze ed interessi andranno a pesare, in maniera non indifferente, sulle tasche degli scafatesi.