Rischia dieci anni di carcere Pietro Maisto, accusato aver abusato sessualmente di due fratellini che all’epoca dei fatti avevano 7 e 5 anni. Un orco travestito da amico di famiglia secondo la ricostruzione degli inquirenti (l’inchiesta è stata condotta dal pubblico ministero Elena Guarino). Secondo il teorema accusatorio l’uomo dopo le sevizie e gli abusi minacciava pesantemente i due ragazzini affinché non facessero parola con nessuno delle sevizie che perpetrava ai loro danni. Il sessantenne in passato aveva già avuto guai con la giustizia ma per vicende del tutto diverse. Una orribile storia ricostruita in base ad accurate indagini svolte da personale specializzato della Squadra mobile. I fatti risalgono al biennio 2009/2010 quando l’uomo – senza fissa dimora e con piccoli precedenti penali – riuscì ad ottenere ospitalità presso l’abitazione di una famiglia amica del figlio: da quel momento per i due bambini, un maschietto ed una femminuccia è iniziato l’incubo. Gravissimi abusi sessuali, perpetrati – a quanto si apprende – in assenza dei genitori delle piccole vittime e pesanti minacce per comprare il loro silenzio. A quanto pare, il 69enne – in più di una occasione – avrebbe minacciato il maschietto di sette anni, che tentava di ribellarsi alle violenze subite da lui e dalla sorellina – con un coltello. Un abominio emerso solo nel corso dell’anno passato allorché i due bambini furono trasferiti presso una casa famiglia in virtù di alcune anomalie comportamentali e per il grave disagio sociale vissuto dalla famiglia di origine. l’uomo avrebbe negato di aver abusato dei due ragazzini e di averli picchiati. Avrebbe, inoltre, riferito che pagava la stanza in quell’abitazione dove aveva chiesto ospitalità e che usciva la mattina presto per rientrare la sera tardi. L’uomo avrebbe sempre negato qualsiasi contatto riferendo che i due giovani li vedeva di sfuggita solo per un veloce saluto la sera o la mattina quando usciva. Nel corso del dibattimento non mancati momenti accesi con perizie e consulenze che avrebbero tirato in ballo anche responsabilità in vigilando dei familiari. Ieri, in occasione della requisitoria, il pubblico ministero ha ribadito il grave quadro indiziario nei confronti di Pietro Maisto , difeso da Gino Bove, chiedendo una condanna a dieci anni di carcere. I genitori dei ragazzini sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Antonietta Cennamo. Il marzo le arringhe della difesa e la sentenza.
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