Punta a porre fine ad un sistema duranto un ventennio, facendo più fatti e affidandosi a meno slogan. Il tutto seguendo l’insegnamento lasciatogli dal suo padre “politico”, Vincenzo Giordano, dal quale ha tratto l’amore per la città e il concetto di politica intesa come passione. Gaetano Amatruda si prepara per affrontare la grande sfida delle urne per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Veste gli abiti del candidato sindaco del centrodestra e prova a cambiare le sorti di Salerno. Gaetano Amatruda, il centrodestra ha scelto un giovane ma che ha sempre mangiato “pane e politica”. La sua è una candidatura che rompe gli schemi? «Nasce un progetto nuovo che deve superare un sistema di potere che blocca la città da oltre un ventennio. C’è una sfida generazionale, c’è la voglia di parlare all’altra Salerno, quella libera che non si è piegata e che non ha tratto benefici dalla logica deluchiana. Salerno è cresciuta solo per pochi fortunati. Io desidero cresca per tutti, voglio fare di più. Bisogna parlare ai giovani che hanno studiato qui e vanno fuori, alle famiglie che non vedono sbocchi per i loro figli, alle imprese ed ai professionisti fuori dal cerchio magico». Cresciuto con Vincenzo Giordano, qual è l’insegnamento del professore che porta con sé? «La politica come passione, amore per la città. Enzo Giordano ha fatto politica e non si è mai arricchito. A Salerno negli ultimi venti anni intere famiglie hanno vissuto e si sono arricchite solo con la politica. Dal professore ho imparato a disegnare futuro. Con Enzo Giordano questa città cambia perché fu in quella stagione che si immaginarono e misero in cantiere le grandi opere. Il Trincerone, la Lungo Irno, lo Stadio, il corso Vittorio Emanuele e i grandi interventi di edilizia popolare». Se dovessere riassumere la sua idea di città in tre punti… «Immagino una città che possa contare sulla zona industriale, che valorizzi le sue attività commerciali e che punti realmente sul turismo. Meno slogan e più fatti. Salerno non ha più una zona industriale perché chi ha guidato la città ha assistito con un colpevole silenzio alla chiusura delle realtà produttive. Con in fondi europei e le risorse nazionali si può e si deve invertire la rotta. Senza industrie non c’è futuro per la mia generazione. Sarà necessario bloccare l’invasione selvaggia dei centri commerciali e tutelare i nostri commercianti. Per farlo bisognerà dire no ai colossi nazionali e puntare su sevizi di qualità. Poi la città turistica con la riscoperta della risorsa mare, con il protagonismo degli stabilimenti balneari salernitani e con le politiche dei grandi eventi. Ed i grandi eventi internazionali non sono le sagre di De Luca». Vincenzo De Luca ha realizzato in questa città un vero e proprio sistema di potere, come si legge dalle cronache locali. Lei come pensa di sradicare questo consenso costruito in più di vent’anni? «Questa sistema di potere va smantellato perché i salernitani non ne possono più. Sarà più facile perché noi abbiamo più entusiasmo e coraggio e perché ormai Vincenzo De luca non c’è più. Il suo clone, l’erede che individuerà non sarà la sintesi del suo progetto o un prosieguo della stagione. Sarà il liquidatore fallimentare del finto progressismo». Passiamo alla sua coalizione. Sulla scorta del “modello Bologna” ha messo insieme Forza Italia e Noi con Salvini. All’appello, però, manca Fratelli d’Italia… «All’appello devono rispondere presente i salernitani liberi, quelli che immaginano opportunità per tutti. Chi ha coraggio e voglia di cambiare deve essere della nostra partita. Io sono certo le forze del centrodestra moderate e riformiste saranno unite. Lavorerò ancora per unire e mi auguro che Fratelli d’Italia sia con noi. Hanno mosso obiezioni pertinenti che mi auguro possano trovare la giusta sintesi. Nel frattempo ringrazio le forze politiche ed i movimenti che mi hanno dato fiducia». Firmi un contratto alla Berlusconi: se dovesse perdere, resterà a guida dell’opposizione in Consiglio comunale? «Inizia una fase nuova. Io credo che non si fermerà questa stagione di rinnovamento, io sarò in campo. E decideranno gli elettori con quale ruolo e resterò sicuramente fedele al mandato ricevuto. Noi siamo persone serie». In questi giorni, è caldo il tema dell’accorpamento delle Autorità portuali di Napoli e Salerno. Qual è la sua posizione in merito? «Vincenzo De luca superi le ambiguità. Difenda il porto di Salerno ed un minuto dopo inizi a lavorare sul futuro. Il porto deve essere competitivo e lo dovrà essere anche fra trenta anni. Servono infrastrutture ed investimenti. Io credo che sia necessario difendere l’esistente ed avviare una discussione franca sul futuro dell scalo».
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