Di Adriano Falanga
“Riteniamo non più rinviabile, in sede locale e regionale, un accertamento concreto sulla reale condizione dei finanziamenti del Piu Europa”. Michele Grimaldi, consigliere comunale del Partito Democratico, scrive a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. “Il progetto “Più Europa” è oramai ridotto ad un autentico colabrodo. Una delle grandi opportunità che la Città aveva sin dal 2008 e che l’attuale Sindaco ha ereditato dalla precedenti amministrazioni comunali e regionali, ha perso quasi completamente la sua identità ed la sua consistenza. Lo stesso stato della rendicontazione dell’utilizzo dei fondi fin qui spesi presenta aspetti di grande opacità e scarsa chiarezza, ed alimenta serissimi dubbi sulla trasparenza e l’efficacia di scelte e decisioni” la premessa di Grimaldi, che a Cantone, ma anche a diversi altri organismi regionali, chiede di verificare la delibera di giunta 346 del 30 dicembre 2015, con la quale il Comune di Scafati si è dotato di un prezzario di riferimento per l’esecuzione dei lavori pubblici. “Si procede ad assumere come valore di riferimento per le future gare quello determinato dal prezzario regionale ridotto del 30%” spiega il consigliere democrat.
Una scelta che potrebbe essere vista come un vantaggio per le casse comunali, ma Grimaldi ha una diversa opinione: “Nel nostro caso, in vigenza del prezzario regionale della regione Campania, la decisione del Comune di Scafati, potrebbe concorrere ad adulterare il costo dei progetti sul mercato, alterando i principi della concorrenza, della economicità e della pari opportunità tra imprese – spiega meglio il consigliere comunale – E’ noto, inoltre, come in presenza di eccessivi ribassi vengano favorite le imprese che operano ben al di sotto della soglia della legalità e le imprese affiliate alla camorra. E’ chiaro infatti che alla decurtazione (del 30%) derivante dalla delibera comunale si aggiungerebbe ulteriore ribasso che le imprese propongono normalmente in sede di gara”. Un prezzo troppo basso secondo Michele Grimaldi non sempre è un vantaggio ma anzi: “avrebbe ripercussioni non solo sui principi della concorrenza, ma anche e soprattutto sulla qualità delle opere, e su tutti gli aspetti che riguardano l’organizzazione delle imprese ed i rapporti con i lavoratori del settore, dalla sicurezza alle retribuzioni”.