Le certezze passano a due: l’una che c’è un vincolo paesaggistico decretato nel 1957, l’altro che il progetto del porticciolo di Pastena ha l’approvazione della Soprintendenza di Salerno. Insomma anche il lontano dubbio che il progetto di riqualificazione (o meglio del rifacimento) non fosse stato vistato dalla Soprintendenza è stato sgombrato via ieri mattina quando Italia Nostra, con la presidente Raffaella Di Leo, ha acquisito la documentazione sull’opera.
E non solo da parte di un solo Soprintendente: bensì di due. Infatti, mentre il progetto preliminare porta la firma di Zampino (già noto per il silenzio – assenso sul Crescent, ed oggi presidente del Parco Regionale del Partenio), quello definitivo è siglato da Miccio (successore di Zampino, ed al centro di numerose polemiche, anche in riferimento a Piazza della Libertà e allo stesso Crescent). Le motivazioni? Quelle più specifiche sono al vaglio dell’associazione che ora studierà l’incartamento (acquisito dopo la richiesta di accesso agli atti inoltrata, con il supporto del gruppo dei Figli delle Chiancarelle, lo scorso 2 ottobre) seppur il dato eclatante è che il parere è stato espresso positivamente per due volte. Chissà se almeno ci sia qualche motivo che superi il vincolo imposto o si è fatto semplicemente finta di nulla, o ancora si è invocata la formula della riqualificazione ambientale di un’area degradata (vedi area Chiancarelle, De Luca dixit).
Carte alla mano: la Gazzetta ufficiale numero 134 riporta il decreto ministeriale del 17 maggio del 1957 con cui si dichiara il “notevole interesse pubblico” della fascia costiera allora denominata Lungomare Catania (oggi Trieste – Marconi – Colombo) fino al torrente Mercatello. Insomma un vincolo che risale addirittura al lontano 1957 e che ancora ad oggi impedirebbe la costruzione di nuove strutture in cemento. Figuriamoci di una vera e propria «lottizzazione a mare», così come ben evidenziata da Raffaella Di Leo. Oggi il porticciolo (per molti vero e proprio porto con tanto di nuove strutture, negozi, età), è disegnato anche nei grafici della contestata variante al Puc, oggetto di più di cinquanta osservazioni.