di Erika Noschese
C’era una volta l’attesa per l’evento storico, quello da segnare sul calendario con il cerchietto rosso dodici mesi prima. Ieri, Salerno ha finalmente accolto la fiamma olimpica di Milano-Cortina 2026. Peccato che, a giudicare dal caos primordiale che ha travolto la città, l’organizzazione sia sembrata più simile a quella di un’invasione aliena improvvisa che a un evento programmato da un anno. Il premio per la miglior performance va senza dubbio alla Polizia Municipale. Tra un “Si deve spostare, veloce!” urlato con la grazia di un sergente istruttore e il classico “Devo rispondere alla radio, non posso perdere tempo a parlare con lei”, i cittadini hanno saggiato l’alto livello di cortesia istituzionale. Momento di gloria assoluta per il collega giornalista che, osando chiedere indicazioni per raggiungere il traguardo della fiamma, si è sentito rispondere: “Provi a passare dall’altra parte della città, sperando di essere ancora in tempo”. Un consiglio tecnico di altissimo profilo, una sorta di “buona fortuna” lanciato nel vuoto di una città paralizzata. Ma il capolavoro deve ancora arrivare. Per consentire il deflusso della fiamma, i caschi bianchi hanno gestito il traffico con la stessa coerenza di un mazzo di carte mescolato al buio: inversioni a U repentine e l’invito — sì, avete letto bene, l’invito — a parcheggiare le auto in sosta vietata e persino in senso inverso a quello di marcia. Un’anarchia creativa “firmata” dall’autorità. Il vero tocco di classe, però, è stato il finale: una volta passata la fiamma, la Municipale è evaporata dalle postazioni in fretta e furia, lasciando le auto lì, contromano e nel caos più totale, senza minimamente curarsi di ripristinare un briciolo di civiltà viaria. Missione compiuta: creato il problema, dileguatisi prima di risolverlo. In questo scenario post-apocalittico, spicca la perla del Primo Cittadino, che nei giorni scorsi aveva lanciato l’accorato appello: “Non usate l’auto”. Un consiglio d’oro, se non fosse che Salerno non è esattamente Amsterdam. Caro Sindaco, ci spieghi: come dovrebbero muoversi i cittadini? Con i pullman, che hanno frequenze da avvistamento della cometa di Halley? Con la metropolitana, che copre sì e no un quinto del territorio urbano trasformando ogni spostamento in un’escursione trekking? Oppure dovremmo affidarci a taxi dalla disponibilità intermittente o a una mobilità alternativa che, semplicemente, non esiste? L’unica opzione rimasta per seguire il suo consiglio sarebbe l’acquisto in massa di elicotteri privati, o forse il teletrasporto, ma temiamo che per quest’ultimo la burocrazia comunale richiederebbe tempi persino più lunghi del passaggio della fiamma. Mentre il cittadino comune cercava di capire come uscire dal labirinto di lamiere creato dalla Municipale, l’organizzazione nazionale (Milano-Cortina, non la sagra della castagna) ribadiva le gerarchie: stalli di sosta blindati per gli sponsor, ma zero spazio per la stampa, per i residenti o per i tedofori. A meno che, chiaramente, tu non sia nello staff di un assessore. In quel caso, le regole si piegano con reverenza: puoi fare assolutamente ciò che vuoi, dove vuoi e come vuoi. In pieno pubblico, a favore di camera, per restare coerenti con il concetto di “trasparenza”: quella che permette a tutti di vedere quanto siano spudorate certe dinamiche di potere locale. Che dire: lo attenderemo in lizza tra i candidati alle prossime Comunali e, se è vero che esiste la giustizia, sarà fatta quando resterà come l’Italia di calcio agli ultimi due Mondiali: fuori. Nel frattempo, le altre forze dell’ordine hanno colto l’occasione per sgommare qua e là con le sirene spiegate, producendo fumo, rumore e assolutamente nessun beneficio al traffico o all’ordine pubblico. Poteva essere una vetrina per Salerno, l’occasione per dimostrare che un anno di preavviso basta a gestire due chilometri di percorso. Invece, l’unica cosa che resta dopo il passaggio della fiamma è il fumo degli scarichi delle auto rimaste in trappola per ore e l’amara consapevolezza che, in questa città, l’unica cosa che corre davvero è l’approssimazione. La fiamma olimpica è passata, ma il buio della mala gestio continua a illuminare le nostre strade.





