Salvatore Memoli
La città attende il ritorno del suo Sindaco di sempre, l’uomo e il politico che ha battuto tutti i record di durata. Anche prima del termine del suo mandato di Governatore, Vincenzo De Luca è venuto ad amministrare Salerno. Non se n’é importato di chi governa Salerno, ha fatto scelte plateali per far capire come dovrebbero andare le cose nella sua città e come le farebbe andare lui. Non ha agito da capo bastone o da leader indiscusso della sinistra salernitana. Ha agito da “salernitano”, quello che ritiene di essere perché ha scelto di amare questa città. Il suo amore é caratterizzato dal rifiuto di condivisione di qualsiasi azione politica con cialtroni, galleggianti, mistificatori, divisi tra l’amore per la città e l’amore per se stessi. Questa sua inconsueta testimonianza politica è la forza giusta per fargli vincere ancora la partita. Per queste attitudini ce lo troveremo ancora Sindaco di Salerno. Ed in più lo ritroveremo più carico di prima e con una visione dell’Ente locale più matura ed esclusiva. Questo poteva essere il momento di un cambiamento se l’opposizione avesse lavorato bene e avesse costruito per tempo un progetto di governo di Salerno. La cosa avrebbe richiesto una guida carismatica ed un organigramma completo di persone adatte a ricoprire tutte le caselle disponibili dal Consiglio alla Giunta fino alle Municipalizzate. Se De Luca resta al suo posto di guida lo deve a se stesso, per il grande attaccamento alla città ed all’opposizione che non ha mai pensato seriamente a costruire l’alternativa. Un vuoto che si è acuito anno dopo anno, creando una distanza tra i modelli politici che non reggono ad un confronto concreto. L’opposizione non esistente a Salerno ha fatto in Regione gli stessi errori. Pare accettabile una coalizione che si presenta divisa, litigiosa e decisamente priva di una leadership condivisa a pochi giorni dal deposito delle candidature? Errori gravi ne sono stati commessi. Lo stesso Cirielli avrebbe dovuto cominciare almeno un anno prima la competizione elettorale, se glie lo avessero permesso. La sua marcatura dei territori avrebbe rappresentato una concreta possibilità di fronteggiare l’avanzata di De Luca, sia con gli atti di governo propagandistici e finalizzati all’elezione, sia con la sua sponsorizzazione in tutti i territori dove si è precostituito un vantaggio che difende a denti stretti. Cirielli rappresenta una proposta avvincente e promettente ma non é un’alternativa al deluchismo e al campo largo. Intanto la sua campagna elettorale non é ancora in carburazione, almeno per recuperare il consenso politico della sua parte politica Fratelli d’Italia, che dovrebbe consentirgli una base prossima al 30% dei consensi, sia per amalgamare la coalizione. Questa proposta politica regionale dovrebbe essere pronta per tutte le competizioni del territorio regionale. Se così fosse, dovrebbe avere la legittimazione per esprimere un attacco politico anche sulla competizione cittadina prossima di Salerno, dove De Luca lascia paventare le elezioni anticipate per fare posto a se stesso. Nessuno avverte una posizione di contrasto a De Luca, come sarebbe giusto. In questo modo la vittoria di De Luca sarà de plano, naturale e scontata. Sul piano regionale dove la sinistra del campo largo ha più lacerazioni e divisioni di quello che si crede, il ritardo del centro destra ha avvantaggiato l’armata brancaleone ed in più permetterà la legittimazione di Piero De Luca come leader regionale, consentendogli di mettere in luce le sue qualità politiche, quelle che vanno oltre l’investitura e la successione paterna. In un quadro politico disarticolato e recalcitrante al grillino candidato Governatore, l’opposizione ha compiuto il miracolo di ricompattarli per l’appuntamento elettorale, lasciandogli a dopo la danza dei lunghi coltelli. Intanto farà vincere le elezioni all’armata brancaleone e, per sua distrazione, continuerà a fare dono di Salerno a Vincenzo De Luca che, nel frattempo oscurata ogni contestazione alle sue attività politiche, riesce a raccogliere anche il consenso di tutti i sinistroidi che lo volevano politicamente morto. Una delle sue fortunate combinazioni che gli consente, quando dovrebbe cadere, di trovare i migliori appigli per rialzarsi ed essere il migliore. Covid docet! Il vero campolargo é il consenso da destra a sinistra che si regala a De Luca quando gli altri ( a partire dai suoi!) diventano inconsistenti e trasparenti ( contestatori per professione inclusi!) nei momenti in cui si deve mostrare coerenza, coraggio e contestazione.





